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Nel tardo pomeriggio di ieri, Femca-Cisl, Filctem Cigl e Uilcem-Uil hanno raggiunto l’intesa con l’Unic, l’associazione imprenditoriale del settore aderente a Confindustria, riferita al triennio 1 novembre 2010 – 31 ottobre 2013.
Nonostante la produzione del settore rispetto al 2008 sia ancora del -17% e l’occupazione al -6% i sindacati hanno ottenuto un aumento salariale di 105 euro mensili al livello D2 che sarà corrisposto in tre tranches: 37 euro dal 1 luglio 2011; 34 euro dal 1 gennaio 2012; 34 euro dal 1 gennaio 2013. Decisa anche l’ una tantum di 150 euro che sarà erogata con la retribuzione di settembre, per un montante complessivo di 2.382 euro, ben superiore al rinnovo contrattuale precedente.
Oltre all’aspetto salariale le richieste sindacali si sono rivolte principalmente su due indirizzi: rafforzare la qualità nelle relazioni sindacali e sociali e potenziare la contrattazione di secondo livello, non a scapito ma nell’ambito del contratto nazionale di lavoro, capace di fornire garanzie per l’insieme dei lavoratori e strumenti per la contrattazione decentrata che valorizzino il ruolo dei lavoratori, dei delegati e delle strutture territoriali dei sindacati.
Riguardo il primo indirizzo dice la Femca Cisl “abbiamo concordato il Codice di condotta che le aziende potranno adottare per certificare i propri comportamenti socialmente responsabili e abbiamo istituito una nuova sezione dell’Osservatorio denominata Responsabilità sociale di settore che rinforza il concetto di miglioramento continuo per la sicurezza ambientale e dei lavoratori”.
Rispetto invece alla contrattazione di secondo livello sono stati istituiti tre osservatori distrettuali vista la confromazione del settore. Soddisfatti i sindacati per le molteplici novità in campo normativo anche riguardo alla formazione continua e all’adozione del libretto formativo.
Tra gli obiettivi mancanti quello della previdenza integrativa. “Dopo due tentativi (tra il 2001 e il 2005) – dicono i sindacati – di istituire il fondo di previdenza integrativa Fontan falliti per insufficienza di adesioni e la mancata accettazione sindacale della proposta di istituire provvisoriamente un fondo aperto con adesione collettiva (nel 2006), l’Unic ha assunto una posizione pregiudizialmente negativa che neanche in questa occasione siamo riusciti a modificare”.
Di Sara Martano