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“Riconosciamo al Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e alla Sottosegretaria Fausta Bergamotto l’efficacia dell’azione di Governo, nel passaggio della raffineria Isab di Priolo da Lukoil a Goi Energy. Ora va sciolto il nodo del depuratore Ias, sotto sequestro da parte della procura per disastro ambientale, ma che continua a funzionare in regime di proroga. Dalla nuova proprietà attendiamo al più presto, dopo la convocazione del primo CdA, la presentazione del piano industriale”. Queste le parole di Sebastiano Tripoli, Segretario Nazionale Energia della Femca Cisl, intervenuto nel corso dell’incontro con i sindacati, tenutosi stamane al Mimit sulle sorti dello stabilimento in provincia di Siracusa, un complesso petrolchimico che combina impianti di raffinazione, gassificazione e cogenerazione, tra loro interconnessi. Al confronto hanno partecipato anche i Segretari provinciali di categoria e la Cisl Nazionale.
Per Giorgio Graziani, Segretario Confederale Cisl con delega all’Industria “questa delicata vicenda, nata con l'embargo russo e legata alla vecchia proprietà si è risolta in pochi mesi, individuando un acquirente ritenuto affidabile, scongiurando interruzioni della produzione e tutelando tutti i posti di lavoro. Oggi e per i prossimi 5 anni abbiamo un elemento di garanzia aggiuntivo, ovvero una salvaguardia occupazionale diffusa fino al management. Siamo soddisfatti delle rassicurazioni ottenute inoltre rispetto al processo di cessione, che contempla garanzie sulla continuità delle attività e dei livelli di produzione, in linea con il rilievo che il petrolchimico ha per l'autonomia energetica del Paese”.
“Ci siamo lasciati alle spalle una fase critica – dichiara Nora Garofalo, Segretaria Generale Femca Cisl -. Come parti sociali non interromperemo la nostra azione di vigilanza sulle soluzioni di prospettiva, a medio e lungo termine. Intorno al futuro degli impianti non ha pesato solo l’interesse del Governo, attraverso l’esercizio del Golden Power, ma elemento di pressione per una pronta risoluzione della vicenda è stato l’impegno del sindacato e il movimento che ha prodotto sul territorio, preoccupato per le sorti di uno dei più grandi poli industriali d’Europa e per il futuro di migliaia di lavoratori - diretti e dell’indotto - e delle loro famiglie. Grazie alla nostra azione combinata, abbiamo scongiurato drammi sociali e industriali che avrebbero valicato anche i confini della Sicilia, proprio per l'intensa rete di interconnessioni con altre realtà produttive italiane”.