12/07/2012
Gas-Acqua: varata piattaforma unitaria

L’Assemblea nazionali dei quadri e delegati Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem-Uil – riunita a Roma il 12 luglio – ha varato la piattaforma per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro 2013-2015 per gli oltre 50.000 addetti del settore gas-acqua, in scadenza il 31 dicembre 2012, che sarà immediatamente  presentata alle associazioni imprenditoriali di Confindustria (Confindustria Energia, Anigas, Assogas, Anfida e Federestrattiva) e Confservizi (Federutility) per il rapido avvio delle trattative.
“Ad un anno dall’esito referendario – fanno notare i sindacati in premessa – nel comparto idrico permane un vuoto normativo  che rende impossibile reperire, stante il pesante contesto economico che il paese sta attraversando, i 60 miliardi di investimenti necessari stimati dai Piani di ambito per la depurazione, la manutenzione e la riduzione delle perdite nell’idrico”.
E’ necessario invece – aggiungono i sindacati – un governo integrato dei processi che investa tutti i settori dell’energia: ricerca e produzione di idrocarburi, raffinazione, rigassificazione, trasporto e distribuzione del gas metano e dell’elettricità, completa integrazione fra il comparto energetico e quello idrico.
“E’ questo il motivo principale – insistono Filctem, Femca, Uilcem – per il quale chiediamo alle associazioni imprenditoriali di condividere un percorso verso la costruzione di un contratto unico di settore per tutto il comparto energetico ed idrico”.

Di seguito, in estrema sintesi, alcuni dei punti più significativi delle richieste avanzate dalla piattaforma sindacale:

RELAZIONI INDUSTRIALI – necessario, per i sindacati, individuare un nuovo sistema relazionale che favorisca processi di democrazia economica e di “governance” dell’impresa attraverso la costituzione dei Consigli di sorveglianza aziendali e di organismi bilaterali di settore (Osservatori di comparto).
Quanto all’ambito di applicazione del contratto, si rivendica la ricomposizione della filiera idrica che attualmente vede l’esternalizzazione di parti significative del ciclo produttivo (depurazione, fognatura, manutenzione rete e impianti di sollevamento), proprio per difendere e implementare il contratto unico di settore.

“WELFARE” CONTRATTUALE – per incentivare l’adesione ai fondi integrativi di pensione e sanitari (principalmente “Pegaso” e “Fasie”) i sindacati richiedono alle imprese l’apertura di una posizione per ogni dipendente neoassunto, oltre ad un incremento della quota a carico delle aziende da versare ai Fondi per i lavoratori non stabilizzati (atipici).
In questo senso “l’iscrizione agli istituti di previdenza e assistenza sanitaria – insistono – dovranno essere a totale carico dell’impresa, fino alla trasformazione del contratto a tempo indeterminato”.
Il sindacato, infine, chiede un percorso condiviso di unificazione dei quattro fondi previdenziali  attualmente operanti nel  settore (Fondenergia, Pegaso, Fopen, Fiprem).

MERCATO DEL LAVORO –  lotta serrata alla precarietà, attraverso la restrizione delle attuali forme di flessibilità per il miglioramento della stabilizzazione dei rapporti di lavoro, utilizzando l’apprendistato  professionalizzante come principale strumento di accesso al lavoro e potenziando la formazione continua.
Per affrontare la riorganizzazione in atto nei settori idrico e del gas, occorre prevedere forme sperimentali (a livello aziendale o di gruppo) di interventi economici per il sostegno al reddito dei lavoratori coinvolti nelle crisi aziendali.

SALUTE, SICUREZZA, AMBIENTE, APPALTI – si richiede l’aumento delle ore di formazione per i lavoratori, soprattutto giovani che entrano nel settore, per promuovere corsi congiunti sulla prevenzione, utilizzando le risorse aziendali di “Fondimpresa”; l’aumento delle ore di formazione sull’ambiente per RLS ed RSU affinché possano attivamente partecipare ai percorsi di certificazione e gestione dei rischi ambientali e per interventi di efficienza e risparmio energetico.
“Va definito in questo rinnovo contrattuale – dicono i sindacati – anche un impegno a realizzare linee-guida sugli appalti per la valutazione e la qualificazione delle attività, comprendendo in esse la rivalutazione delle imprese, la sospensione e l’eventuale loro esclusione nei casi di ripetuti incidenti gravi”. Occorre aprire un confronto per verificare con le imprese l’opportunità del rientro di alcune attività conferite in appalto.

SALARIO – per la tutela del potere di acquisto dei salari reali dei lavoratori si richiede alle controparti un aumento salariale per il triennio 2013-2015 tra il 7 e il 9% (da definirsi entro l’autunno), oltre a rivendicare il differenziale di inflazione pregressa.

Roma, 12 luglio 2012

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