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Ogni volta che ci sediamo allo stadio sul tradizionale seggiolino per vedere una partita di calcio o sullo sdraio del giardino per rilassarci, bisogna ringraziare la Basf di Pontecchio a Sasso Marconi se la plastica non è stata logorata dal caldo o dalla pioggia. Il merito di tutto questo è di un ‘magico’ additivo che rende il materiale resistente agli agenti atmosferici e che per essere prodotto ha bisogno di tanta elettricità. Proprio per ottenere un maggior risparmio energetico verranno investiti 60 milioni di euro (12 milioni all’anno per 6 anni) dal colosso chimico. L’intervento porterà a sostituire i vecchi macchinari con quelli di ultima generazione in grado di consumare meno energia. Nell’ambito dell’investimento, verranno assunti a tempo indeterminato dai 5 ai 6 dipendenti già presenti all’interno dello stabilimento, ma con contratti a tempo determinato. L’azienda si prepara anche a rispondere a eventuali richieste delle altre multinazionali che stanno investendo in Italia (vedi Lamborghini e Philip Morris). I 60 milioni di euro sono l’ultima tranche dei 1OO milioni che dal 2011 il colosso Basf aveva deciso di investire sulla filiale più grande italiana a Sasso Marconi, che occupa circa 300 dipendenti. I soldi sono stati ottenuti dallo staff guidato dal direttore di stabilimento Tiziano Lanzarini che ha presentato diversi progetti alla casa madre soprattutto per una maggiore efficienza energetica. Dalla sede centrale l’amministratore delegato del Sud Europa Erwin Rauche ha dato il via libera al potenziamento della fabbrica che in 5 anni diventerà sempre di più un fiore all’occhiello della chimica in Italia. La notizia dell’investimento è stata data nel corso di un incontro con i sindacati. Era presente Rossana Carra segretaria della Femca Cisl dell’Area Metropolitana Bolognese: «II costo dell’energia è il problema principale delle aziende chimiche. Ci hanno detto che investiranno sui macchinari per ottenere un minor consumo – osserva -. Stiamo parlando di un’azienda seria che con questo stanziamento rafforza il legame con il territorio». La Carra ricorda che in molti erano scettici sul futuro della filiale di Sasso Marconi: «Quando la ex Ciba venne acquistata dalla Basf si pensò erroneamente che ci potesse essere un progressivo impoverimento dello stabilimento. E invece è rimasto al centro delle strategia della multinazionale. E quello di Sasso Marconi è lo stabilimento più importante degli 11 italiani». La Segretaria della Femca Cisl vede un futuro roseo: «I 60 milioni di euro serviranno anche per sviluppare nuovi prodotti. Questa impresa è sempre in continua crescita: dalle idee nascono progetti che diventano prodotti». (Resto del Carlino)
Bologna, 22 giugno 2015