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“Chiediamo garanzie sul piano industriale presentato ieri da Versalis. Per tale ragione, il Coordinamento dei lavoratori ha deciso di proclamare lo stato di agitazione nazionale, lasciando i territori liberi di organizzare assemblee e ulteriori mobilitazioni. Chiediamo al Governo, azionista di Eni per il 30%, di farsi garante degli impegni assunti nell’annunciato processo di rilancio della Chimica, convocandoci al più presto per un tavolo di confronto”. Queste le parole della Segretaria Generale Femca Cisl Nora Garofalo, all’indomani della presentazione del piano di trasformazione in cui Eni ha annunciato la chiusura del cracking negli impianti di Priolo e Brindisi, la riconversione di Priolo in bioraffineria e riciclo chimico, e quella di Brindisi in riciclo meccanico e accumulatori stazionari. Porto Torres e Porto Marghera dovrebbero diventare poli per il riciclo meccanico, mentre Crescentino dovrebbe essere impegnato in un processo di efficientamento.
“Sappiamo – prosegue la Segretaria Generale – che Eni vuole investire due miliardi nell’operazione, ma siamo fermi ai titoli. Vogliamo leggere tutti i capitoli del piano, ingrandendo a un maggiore livello di dettaglio ogni passaggio, prima di dare un giudizio di merito. Come rappresentanti dei lavoratori il nostro interesse primario è salvaguardare l’occupazione insieme agli insediamenti industriali che, soprattutto al Sud, hanno enormi ricadute sociali. Accogliamo una prima generale interlocuzione su quella che è una linea di indirizzo. Pretendiamo di entrare nel dettaglio del processo che Eni vuole avviare e dobbiamo comprendere qual è il margine di confronto rispetto ad alcune scelte. Ma facciamolo nel solco delle relazioni industriali mature che abbiamo costruito, improntate alla chiarezza, alla serietà e al rispetto dei ruoli”.
"Questo per molte aziende – conclude Garofalo - è un tempo in cui o si cambia o si muore. Vogliamo essere protagonisti di questi cambiamenti, con approccio partecipativo, ma dobbiamo metterci nelle condizioni di essere ascoltati. Non possiamo giocarci il futuro in maniera ideologica. Governiamo le transizioni, non galleggiamo nelle transizioni”.