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All’inizio di marzo Bridgestone Europe aveva annunciato, in maniera molto determinata e secca, la decisione di chiudere la fabbrica di Modugno (Bari) dove lavorano 950 dipendenti. Data ultima di chiusura: la prima metà del 2014. Sembrava una sentenza senza appello, ma poi l’azienda ha accolto responsabilmente le richieste del MISE per esplorare soluzioni a 360 gradi in grado di minimizzare il più possibile l’impatto sociale della decisione.
Per salvare i posti di lavoro viene definito un “gruppo di lavoro tecnico”, composto da rappresentanti del Ministero, dei sindacati (3 per sigla), dell’istituzione e dell’azienda, che si incontra per la prima volta il 16 aprile. Il primo incontro dura tre ore e fa la radiografia dei costi complessivi di Bridgestone in Europa, valutando i loro riflessi sull’impianto di Bari, il consumo energetico e come recuperare efficienza, in una prospettiva di medio-lungo termine. Gli incontri si susseguono, e Bridgestone presenta le due soluzioni, da esplorare in parallelo, che potenzialmente potrebbero evitare la chiusura del sito produttivo di Bari: una “interna” per mantenere lo stabilimento dentro il perimetro Bridgestone convertendo la produzione verso il segmento di pneumatici “General Use”, da implementare attraverso uno sforzo congiunto di tutte le parti per incrementare la competitività e ridurre il costo di conversione; e una “esterna” con la vendita della fabbrica a una terza parte.
E tra le traversie politiche si arriva a maggio, ancora discutendo, in un paio di riunioni, su come intervenire sulla struttura e sui costi pur di salvare lo stabilimento. Fino ad arrivare al Protocollo del 13 giugno.
“Il Protocollo che abbiamo firmato – ha affermato il Sottosegretario De Vincenti, che ha presieduto la riunione – costituisce un passaggio positivo nella vicenda Bridgestone, aprendo la strada della continuità produttiva e di un futuro competitivo per lo stabilimento di Modugno. Si tratta ora di finalizzare l’accordo in termini di concrete misure di riorganizzazione e riduzione dei costi”.
Come dire: qualcosa faremo, non sappiamo ancora cosa, ma qualcosa faremo. I sindacati, con Sebastiano Buono (Femca-Cisl) chiariscono: “Abbiamo evitato la rottura del tavolo e questo è importante. Entreremo nel merito del protocollo d’intesa solo il giorno 20 (domani, ndr), ma è chiaro che i livelli occupazionali non potranno restare gli stessi di oggi con la riduzione della produzione di un milione di pneumatici. Abbiamo ottenuto che il processo, però, sia governato gradualmente, nella speranza che il mercato si riprenda e possa cambiare qualcosa. Comunque, affronteremo le questioni nel merito il giorno 20”.
(19 giugno 2013) da Conquiste