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Da anni ormai assistiamo ad uno spezzatino di attività produttive all’interno del Petrolchimico di Brindisi ed il risultato purtroppo è sempre stato lo stesso: chiusura con conseguenti esuberi.
La penultima operazione ha visto il passaggio delle attività relative all’amministrazione (buste paga), approvvigionamenti e servizi informatici, con i relativi dipendenti, da Polimeri Europa direttamente ad Eni Corporate.
A differenza delle cessioni esterne che hanno generato quasi immediatamente l’uscita di centinaia di dipendenti, vedi Dow ed EVC, in questa occasione la garanzia occupazionale veniva esercitata direttamente dalla “Casa Madre” che si impegnava al mantenimento, tra le altre cose, dell’attuale sede di lavoro.
E invece puntualmente, a distanza di pochi anni, contrariamente a quanto più volte annunciato e soprattutto in antitesi con altre scelte aziendali, ci ritroviamo ad affrontare il problema della cessione, questa volta, delle sole attività dell’Amministrazione.
Infatti, mentre Brindisi viene scelta come sede dell’HUB SUD, Eni Ammp decide di trasferire le attività e i dipendenti a Taranto, in Raffineria, e lo comunicano i Responsabili di sede direttamente ai colleghi, invitandoli a sollecitare le OO.SS. a trovare le condizioni migliori per gestire gli spostamenti, già definiti.
Comportamenti scorretti, divenuti ormai consuetudine Eni Corporate!
Come Femca respingiamo completamente tale decisione aziendale ed intimiamo la società, ENI, a ristabilire immediatamente le corrette relazioni industriali per affrontare questa problematica, assieme alle altre che da tempo attendono una soluzione.
Non è pensabile che la Società possa decidere di modificare radicalmente determinate attività senza tener conto delle conseguenze che tali decisioni determinano.
Dai disagi degli oltre 520 dipendenti Versalis e Syndial, che quotidianamente interagiscono con il personale dell’amministrazione, per le problematiche relative ai propri cedolini paga, alla perdita diretta di 4 unità lavorative con conseguente riduzione dell’intero organico complessivo Eni Corporate e le inevitabili preoccupazioni sulla tenuta occupazionale delle altre due divisioni, alla estrema immediata difficoltà che le dipendenti di AMMP, tutte donne, madri di famiglia, dovrebbero affrontare nel prendere servizio a circa 100 km da casa.
Certamente verrà garantita la continuità occupazionale, ma assolutamente no la sede di lavoro per la quale hanno sottoscritto il contratto: alla faccia del rispetto delle persone e delle garanzie aziendali!
In attesa di un immediato incontro, già chiesto per le vie brevi, la Femca Cisl impone ad Eni Corporate di rivedere il proprio piano e allerta le altre Società del Gruppo Eni a fare fronte comune davanti a tale scelta oltre a rendersi partecipi dei disagi delle Lavoratrici, colpite da tale dramma, per iniziare da subito un confronto con le Organizzazioni Sindacali, al fine di ricercare soluzioni alternative quali tra l’altro anche il rientro negli organici originari delle stesse.
Infine, la Femca Cisl di Brindisi intima ad Eni il massimo rispetto delle relazioni industriali, ultimamente quasi opzional ad esclusivo utilizzo aziendale, ricordando a tutte le Aziende del Gruppo, che il Sindacato non può essere utilizzato soltanto per gli accordi di riduzione di personale scaricandone anche le responsabilità di tali scelte!
Brindisi, 29 ottobre 2012
Il Segretario Generale
(Emiliano GIANNOCCARO)