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L’annuncio della chiusura è stato comunicato l’altro giorno ai sindacati di categoria Femca-Cisl e Filctem-Cgil che, unitamente alla rsu, hanno proclamato la mobilitazione immediata dei lavoratori, tuttora in cassa integrazione. Lavoratori e sindacati, infatti, protestano contro la volontà di chiudere lo stabilimento di Medolla e la mancata ricostruzione dello stesso dopo i danni subiti a causa del terremoto. A seguito degli eventi simici del 20 e 29 maggio 2012, che avevano seriamente compromesso la struttura di Medolla, la direzione aziendale aveva deciso di utilizzare temporaneamente gli ammortizzatori sociali (cassa integrazione guadagni ordinaria) e, contemporaneamente, mettere in campo tutte le azioni necessarie al ripristino della piena funzionalità dello stabilimento; obiettivo ripetutamente ribadito nei mesi scorsi a lavoratori e sindacati. Nell’incontro svoltosi l’11 gennaio scorso, l’amministratore delegato ha inaspettatamente annunciato la decisione di non procedere alla ricostruzione dello stabilimento, con conseguente dismissione dell’attività produttiva e licenziamento di tutti i lavoratori. «I dipendenti giudicano molto negativamente la decisione aziendale e non ne comprendono le reali motivazioni – affermano Carlo Alfonso Preti (Femca) e Sonia Roversi (Filctem – Le risorse finanziare necessarie alla ricostruzione sono, infatti, garantite dall’assicurazione, oltre che dallo Stato e dalla Regione. Sospettiamo di essere di fronte al tentativo di sfruttare un drammatico evento per capitalizzare il massimo possibile». Sindacati e lavoratori hanno deciso di mettere in campo da subito tutte le azioni necessarie al fine di contrastare la decisione aziendale e garantire un futuro produttivo che mantenga i livelli occupazionali.
(17 gennaio 2013) Conquiste del Lavoro