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L’Assemblea nazionale delle strutture e dei delegati Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil, riunita oggi a Roma, ha approvato – dopo il “via libera” delle oltre 300 assemblee dei lavoratori (oltre il 90%dei consensi) – la piattaforma per il rinnovo del contratto del settore energia e petrolio (oltre 37.000 i lavoratori interessati, dipendenti da 34 imprese), in scadenza il 31 dicembre 2015.
La piattaforma sindacale sarà subito inviata a Confindustria-Energia, l’associazione imprenditoriale di riferimento, per l’avvio immediato delle trattative.
E’ di 134 euro la richiesta di aumento salariale dei sindacati per il triennio 1 gennaio 2016 – 31 dicembre 2018, “una richiesta coerente – dicono i sindacati – con la situazione economica attuale, che deve garantire la difesa del potere di acquisto attraverso l’incremento dei minimi, il miglioramento del welfare contrattuale e delle prestazioni lavorative”.
In questo rinnovo contrattuale è obiettivo prioritario che l’attuale perimetro dei contratti energia/petrolio e gas-acqua dovrà essere consolidato e inscindibile. Sui diritti di partecipazione, Filctem, Femca, Uiltec chiedono alle imprese di favorire processi di democrazia economica valorizzando la partecipazione incisiva dei lavoratori alle scelte dell’impresa: a questo proposito propongono di istituire nei protocolli di relazione nei gruppi industriali – e questa è una novità – un Consiglio di partecipazione di indirizzo e controllo, costituito pariteticamente dall’impresa e dai rappresentanti dei lavoratori.
Sul fronte “caldo” dell’occupazione, attenzione particolare dovrà essere prestata alle opportunità di lavoro rivolte ai giovani attraverso progetti e percorsi definiti in alternanza studio-lavoro, in stretto rapporto con la scuola e l’Università.
Sul tema dei diritti, occorre confermare il sistema vigente di tutele previste dal contratto in materia di progressività e proporzionalità delle sanzioni disciplinari.
L’utilizzo di strumenti di possibile controllo a distanza dei lavoratori (computer, telefoni, tablet), necessari per la prestazione lavorativa, deve essere – dicono i sindacati – oggetto preventivo di confronto con le Rsu e norma nei codici disciplinari del contratto. Oggetto di confronto con le Rsu – insistono – anche il possibile ricorso al possibile demansionamento di singoli lavoratori, sia pur giustificato da oggettive motivazioni riorganizzative dell’impresa.
Relativamente poi alle procedure di licenziamento collettivo, vanno garantiti a tutti i nuovi assunti le disposizioni previste agli art. 4, 5 e 24 della legge 223/1991, oltre alla richiesta di due giorni in più di permesso retribuito nel congedo per paternità e permessi ulteriori in caso di ricovero del neonato (retribuiti al 30% fino ad un massimo di trenta giorni) e per patologie oncologiche.
In primo piano anche la conferma di azioni congiunte tra organizzazioni sindacali, Confindustria-Energia, Inail su Hse (salute, ambiente, sicurezza).
Sugli appalti i sindacati chiedono con forza di non “terziarizzare” più quelle attività che devono garantire la sicurezza dei cittadini, dei lavoratori e degli impianti. Inoltre chiedono che a livello aziendale siano definiti appositi accordi che precisino le attività esclusive, quelle distintive e le attività appaltabili, rifuggendo – in questo caso – dal metodo unico del “massimo ribasso”.
Infine sul welfare contrattuale, oltre a richiedere un aumento del contributo a carico dell’azienda per il Fondo integrativo pensionistico e sanitario, i sindacati avanzano l’idea di unificare i Fondi pensionistici (attualmente tre, “Fondenergia”, “Fopen”, “Pegaso”, n.d.r.) e implementare il contributo, sempre a carico dell’azienda, di quello sanitario (“Fasie”).
Roma, 25 settembre 2015