21/03/2014
Eni. Risultati positivi dal modello di relazioni industriali

L’ accordo ha dimostrato tutto il suo valore e ha permesso di gestire senza traumi per i lavoratori il difficile momento che sta attraversando il sistema industriale dell’ENI  con particolare riferimento all’ industria della raffinazione e della petrolchimica. In particolare, sottolineiamo che nessun sito produttivo è stato dismesso come invece è avvenuto per altri importanti gruppi presenti nel nostro paese. A seguito di questo accordo, vorremmo ribadire l’importante riconversione del sito di Porto Torres che ha dato vita a Matrica Join Venture con Novamont. Riconversione che, nonostante i soliti ritardi burocratici, sta andando avanti con buone opportunità per il futuro sui prodotti biodegradabili e che porterà il prossimo 4 aprile all’inaugurazione della nuova attività.

Un’ altro importante accordo riguarda il Petrolchimico di Priolo (Siracusa) che sta trasformando le sue attività in prodotti innovativi con ingenti investimenti in fase di realizzazione mentre lo stesso sito di Porto Marghera sarà indirizzato verso le attività della Chimica Verde.
Sul sistema di Raffinazione va ricordato che 3 raffinerie hanno cessato di produrre, (Cremona-Roma-Mantova) creando notevoli problemi occupazionali.
Con l’ ENI, attraverso accordi sindacali, è stato convenuto di trasformare la Raffineria di Venezia, verso la nuova frontiera della produzione di biocarburante; è stato raggiunto un accordo con  investimenti di € 1,2 miliardi per la Raffineria di Pavia per renderla più produttiva attraverso la costruzione di un impianto denominato EST, frutto della ricerca ENI e, per quanto riguarda la Raffineria di Gela, è stato deciso e concordato che il sito sarà dedicato alla sola produzione di carburanti diesel con un investimento di oltre 700 milioni di euro, anch’ essi sottoposti alla lungaggine dei processi autorizzativi.

Vorremmo sottolineare in primo luogo che la cassa integrazione guadagni concordata non è a carico della collettività ma è quella che i lavoratori e le imprese si finanziano. In secondo luogo gli accordi sottoscritti sulla competitività hanno dato la possibilità a giovani laureati e diplomati di essere stabilizzati con contratto a tempo indeterminato e/o con nuove assunzioni. Tutto ciò ovviamente non ci fa essere tranquilli, il sistema industriale di ENI in particolare quello della Raffinazione e della Petrolchimica è sottoposto a grandi tensioni a causa della recessione, così come per tutti gli altri produttori europei che operano negli stessi settori. Continueremo a chiedere ad ENI di sviluppare e consolidare il sistema partecipativo come elemento determinante per far uscire dalla difficile situazione in cui si trova il sistema industriale dell’ ENI così come quello italiano.

Sergio Gigli
Segretario generale Femca Cisl
       
Roma, 21 marzo 2014

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