24/05/2018
Le luci e le ombre dello smart working – Nora Garofalo sul blog Formiche
Intervento di Nora Garofalo, Segretaria generale Femca Cisl Nazionale, pubblicato su Formiche il 24 maggio 2018

È in corso in questi giorni a Milano e in Veneto la Settimana del Lavoro Agile, con eventi importanti dedicati interamente allo smart working, una misura regolata dalla legge 81 del 2017. La modalità flessibile di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato, con la possibilità del cosiddetto telelavoro, ha sicuramente il merito di agevolare la conciliazione dei tempi casa-lavoro e di consentire al lavoratore un risparmio di tempo sugli spostamenti tra la propria abitazione e il luogo di lavoro, con innegabili vantaggi anche economici e psico-fisici. Fin qui i vantaggi, riconosciuti e significativi. E non mancano le buone pratiche, come la sperimentazione messa in campo da tre importanti aziende del territorio bellunese anche con il contributo della Femca: Marcolin Spa, Unifarco Spa e Cooperativa Cadore.

Ma come avviene spesso, bisogna considerare il rovescio della medaglia. Innanzitutto, la “reperibilità” del lavoratore: per evitare il fenomeno del cosiddetto “always on”, è necessario definire delle fasce orarie di disconnessione, un diritto sacrosanto che è inalienabile per il lavoratore. Bisogna poi evitare che il “lavoro agile” diventi solo un pretesto, per l’azienda, per risparmiare sui costi (si pensi ai benefici per la gestione delle sedi, con tutte le voci relative a spese energetiche, riscaldamento, pulizia, mense aziendali, affitto, ecc.). Insomma, il rischio è che l’alibi dell’adeguamento ai modelli di organizzazione nasconda una semplice volontà di risparmiare, imponendo la scelta dello smart working ai propri dipendenti. Episodi del genere sono già accaduti in diverse realtà dei nostri settori (energia, chimica, moda).

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