04/12/2025
Moda, Sindacati: “L'inchiesta sul caporalato conferma le nostre denunce. ll Governo ci ascolti sulle modifiche al Ddl Pmi”
Roma, 4 dicembre 2025

 

“L’inchiesta della Procura milanese sul caporalato, che ieri ha portato i carabinieri del nucleo per la Tutela del Lavoro nelle sedi di 13 grandi Gruppi della Moda è l’ennesima conferma delle nostre denunce sulla diffusa illegalità nella catena degli appalti e dei subappalti. I riflettori della magistratura sono nuovamente puntati sulle filiere produttive del settore. È un’industria che vive un’incredibile schizofrenia: da una parte c’è l’eccellenza del Made in Italy e dall’altra la ricerca del massimo profitto con la minimizzazione dei costi, lo sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori, la violazione dei loro diritti, i rischi legati al tema Salute e Sicurezza. Cos’altro deve succedere per intervenire con misure concrete, che tutelino le persone che fanno grandi i nostri brand e le aziende che rispettano le regole?”. Così le Segreterie Generali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil in merito all’inchiesta della magistratura del capoluogo lombardo, che dopo le prime società finite in amministrazione giudiziaria potrebbe allargare i provvedimenti sulla base del Testo unico antimafia o avanzare al giudice una vera e propria accusa di caporalato, sulla base della legge 231.

“Crediamo sia inaccettabile – proseguono i sindacati - che i grandi marchi, beneficiari di bilanci record, possano avere una sorta di beneplacito che li esclude da ogni responsabilità, rispetto alle condotte delle ditte cui danno in appalto le lavorazioni. Per questo chiediamo che il Governo ci ascolti rispetto alle modifiche da apportare al DDL sulle PMI, che ha fatto già un passaggio al Senato ed è ora all’esame della Camera. Non è possibile escludere o alleggerire la posizione di responsabilità solidale del committente sugli appalti e subappalti, specialmente in presenza di presunti "modelli di controllo" interni. L'adozione di un modello organizzativo non può agire come clausola di esonero automatico da parte dei marchi capofila. La responsabilità solidale è uno strumento fondamentale per garantire che chi trae il maggior beneficio economico dalla filiera sia anche tenuto a esercitare un controllo effettivo e vincolante sulla regolarità di ogni passaggio produttivo”.

I sindacati di categoria riassumono la loro proposta in cinque punti: “Stop all'emendamento “Salva committenti”,  con il ritiro immediato degli articoli del DDL PMI che alleggeriscono la responsabilità dei brand sugli illeciti lungo la filiera; nessuna scorciatoia per chi lucra sullo sfruttamento e realizza così forme di dumping sulle migliaia di aziende che agiscono correttamente, quindi sì alla responsabilità solidale effettiva; maggiori controlli ispettivi lungo tutta la catena produttiva, anche con l’ausilio di indici di congruità per individuare i subappalti a rischio illegalità; applicazione puntuale del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, senza eccezioni, in ogni segmento della filiera; tracciabilità etica, con l’introduzione di una certificazione sul rispetto dei diritti e delle norme in ogni fase della produzione”.

“Le lavoratrici e i lavoratori del Settore Moda – concludono le organizzazioni sindacali - attendono risposte concrete, in Parlamento e al Tavolo della Moda che si riunirà tra 10 giorni. Il rilancio del Made in Italy deve poggiare su basi di giustizia sociale e legalità, non su lavoro nero e condizioni di scarsa sicurezza. Lo dobbiamo alle lavoratrici e ai lavoratori, ma anche alle tante imprese sane ed etiche che fanno della dignità delle persone, e del rispetto di leggi e contratti, il proprio modello di business”.

IL COMUNICATO STAMPA
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