23/09/2019
Ecco i “nuovi” contratti nazionali. Nora Garofalo su Formiche

Articolo di Nora Garofalo pubblicato sulla testata Formiche il giorno 22 settembre 2019.


Qualcosa sta cambiando, e in meglio, nel variegato panorama dei contratti collettivi nazionali di lavoro. Il primo segnale si è avuto nel luglio del 2018, con il rinnovo del contratto della chimica. In quell’occasione per la prima volta abbiamo introdotto un sistema per evitare che gli scostamenti inflattivi si potessero ripercuotere sul salario dei lavoratori. Il meccanismo ex ante, con l’introduzione dell’Edr, Elemento Distinto della Retribuzione, ci ha consentito infatti di ‘ammortizzare’ gli effetti dell’inflazione, legando il salario variabile anche agli scenari di settore. Un modo efficace per tutelare il potere d’acquisto dei lavoratori in un momento in cui la crescita del Paese resta bassa, sottraendolo alla sola misura dell’inflazione.

Lo schema è stato riprodotto qualche giorno fa, con la firma del contratto energia e petrolio: anche in questo caso i lavoratori interessati (circa 40 mila, dipendenti di 34 imprese tra cui il Gruppo Eni, Snam Rete Gas, Saipem, Esso, Lukoil, Saras) possono dormire sonni tranquilli: il modello ‘salarialista’ del contratto, come è stato ribattezzato da alcuni addetti ai lavori, prevede questo meccanismo di allineamento del trattamento economico minimo attraverso l’Edr. Un sistema che ha il merito, al contempo, di difendere il nostro modello contrattuale salvaguardando il reddito dei lavoratori. Non è stato facile arrivare a questa firma: ci son voluti 9 mesi di trattative e uno sciopero nazionale di 8 ore dei lavoratori del settore. Ma ne è valsa la pena! Nel dettaglio: l’aumento complessivo (Tec), secondo i dettami dell’accordo interconfederale sulla contrattazione del 9 marzo 2018, sarà di 120 euro nel triennio.

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