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Il progetto denominato Green Refinery consente di convertire materie prime non convenzionali a basso costo, come ad esempio oli vegetali e biomasse, in prodotti finiti ad alto valore aggiunto come i biocarburanti sostenibili, fino ad una capacità produttiva di circa 500 mila tonnellate l’anno.
Si tratta, sottolinea Eni, del primo caso al mondo di riconversione bio di una raffineria esistente, il cui futuro era fortemente a rischio con la paventata chiusura nel 2014. Oggi invece anche i lavoratori possono tirare un sospiro di sollievo.
“È una grande opportunità per noi lavoratori e per il territorio – sottolineano i delegati Rsu della raffineria – in particolare dopo aver assistito a continui disimpegni da parte di molte aziende e in un contesto economico che ha visto in seria difficoltà tutte le società del comparto raffinazione”
da Conquiste del Lavoro