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Nei Paesi dell’Unione europea l’apprendistato, cioè la pratica basata sulla combinazione tra l’apprendimento a scuola e la formazione sul luogo di lavoro, coinvolge attualmente circa 3,7 milioni di giovani a fronte di circa 20 milioni di studenti universitari. Eppure dovrebbe essere proprio l’apprendistato ad agevolare la transizione dal ciclo di istruzione e formazione all’ingresso nel mondo del lavoro, un ruolo importante dimostrato dal fatto che il 60-70% degli apprendisti inizia un’attività lavorativa immediatamente dopo avere terminato l’apprendistato e, in alcuni casi, tale percentuale sale al 90%. La situazione non è però omogenea a livello europeo, con alcuni Stati membri dell’Ue che presentano una lunga tradizione ed efficaci sistemi di apprendistato, mentre altri Paesi stanno appena istituendo o rafforzando i propri.
Per ovviare a questa situazione e garantire il diritto a un’istruzione, una formazione e un apprendimento permanente «di qualità e inclusivi», come previsto dal Pilastro europeo dei diritti sociali, la Commissione europea ha proposto il 5 ottobre un quadro europeo per apprendistati efficaci e di qualità. L’iniziativa, nata a seguito di un’ampia consultazione e che sarà discussa dagli Stati membri in vista della sua adozione da parte del Consiglio, ha individuato 14 criteri fondamentali a cui gli Stati membri e le parti interessate dovrebbero attenersi per «sviluppare apprendistati efficaci e qualitativamente validi». Nelle intenzioni della Commissione la proposta «concorrerà ad aumentare l’occupabilità e lo sviluppo personale degli apprendisti e contribuirà pertanto alla creazione di manodopera altamente qualificata e preparata, in grado di soddisfare le esigenze del mercato del lavoro». Presentando l’iniziativa, la commissaria europea per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, Marianne Thyssen, ne ha evidenziato gli obiettivi: «Vogliamo fare in modo che i giovani possano acquisire le competenze necessarie per lavorare. L’apprendistato costituisce il termine di riferimento in materia di istruzione e formazione professionali. Due apprendisti su tre entrano direttamente nel mondo del lavoro una volta completati gli studi. Il nuovo quadro proposto consente di definire i criteri di successo dell’apprendistato. Una volta adottato, esso garantirà che sia gli studenti sia i datori di lavoro traggano benefici da apprendistati di qualità».
La proposta della Commissione intende contribuire al perseguimento dell’obiettivo prioritario dell’Ue di promuovere l’occupazione, la crescita e gli investimenti e rientra nella Nuova agenda per le competenze per l’Europa perseguendone l’obiettivo di «accrescere la qualità e la pertinenza della formazione delle competenze».
Per valutare la qualità e l’efficacia dell’apprendistato la Commissione ha definito sette criteri relativi alle condizioni di apprendimento e di lavoro: 1) contratto scritto; 2) risultati di apprendimento; 3) supporto pedagogico; 4) componente del posto di lavoro; 5) retribuzione e/o compenso; 6) protezione sociale; 7) condizioni di lavoro e condizioni di salute e di sicurezza. Inoltre sono proposti anche sette criteri per le condizioni quadro: quadro di regolamentazione; 9) partecipazione delle parti sociali; 10) sostegno alle imprese; 11) percorsi flessibili e mobilità; 12) orientamento professionale e sensibilizzazione; 13) trasparenza; 14) assicurazione qualità e monitoraggio dei percorsi di carriera.
Secondo la Commissione l’applicazione di tali criteri dovrebbe avvenire tramite opportuni finanziamenti dell’Ue, che vanno dal Fondo sociale europeo a strumenti quali l’Alleanza europea per l’apprendistato, la Garanzia per i giovani e il programma Erasmus+, che include una nuova iniziativa denominata ErasmusPro finalizzata al collocamento di studenti presso imprese all’estero. La promozione dell’iniziativa avverrà, oltre che tramite l’Alleanza europea per l’apprendistato, anche attraverso la settimana europea della formazione professionale che si terrà dal 20 al 24 novembre 2017.
Il quadro europeo per l’apprendistato proposto dalla Commissione europea è stato accolto favorevolmente dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces), secondo cui l’iniziativa comprende la maggior parte delle raccomandazioni contenute nella proposta formulata nel 2016 dai sindacati europei e rappresenta anche il risultato di un lavoro di cooperazione tra sindacati, datori di lavoro e Stati membri che nel dicembre 2016 hanno deciso di adottare una strategia comune sull’apprendistato. Secondo la Ces una proposta di questo genere può garantire una formazione equa e posti di lavoro per gli apprendisti.
Il quadro europeo per l’apprendistato, ha osservato il segretario confederale della Ces Thiébaut Weber, «incoraggia una serie di condizioni dignitose per garantire lo sviluppo di apprendistati di qualità. Comprende la necessità di definire chiari quadri normativi nazionali che stabiliscano i diritti e i doveri di ciascuna delle parti e un forte invito agli Stati membri a coinvolgere i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro nell’elaborazione di politiche e sistemi di apprendistato».
L’Europa, ha aggiunto Weber, «sta compiendo un importante passo avanti per l’apprendimento e le buone condizioni di lavoro per i giovani», sottolineando come in base a questa proposta ogni apprendista in Europa dovrebbe ottenere una retribuzione dignitosa, un contratto scritto, un’opportunità di apprendimento, la protezione sociale e la tutela di salute e sicurezza.
La Ces, da tempo impegnata a promuovere ed incoraggiare apprendistati di alta qualità, chiede però che ora gli Stati membri adempiano agli impegni presi lo scorso anno e invita i vari ministri europei dell’occupazione e dell’istruzione ad adottare questa iniziativa nel corso del Vertice sociale che si terrà a Göteborg in novembre.
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