Rispetto dei diritti umani e protezione dell'ambiente. Oggi, nella sede Eni di Castel Gandolfo, si è conclusa la due giorni di confronto sui temi dell'Accordo Quadro Globale per le Relazioni Industriali, la Responsabilità sociale di Impresa e la Transizione Giusta, a cui partecipa il comitato ristretto del CAE, cinque delegati sindacali da Paesi extraeuropei, la coordinatrice IndustriALL Global Union.

L'accordo globale Eni nasce nel 2002 come contratto transnazionale volontario che impegna l'impresa a dare applicazione alle Convenzioni fondamentali dell'ILO, a tutela della libertà di associazione e di contrattazione collettiva, del principio di non discriminazione e pari opportunità, dei diritti dei minori, del divieto al lavoro forzato, al diritto per la salute e sicurezza sul lavoro, tutela della maternità, contrasto alla violenza di genere.

Nel corso degli anni, il testo dell'accordo è stato oggetto di numerose revisioni, fino alla versione attuale presentata oggi che passerà al vaglio delle organizzazioni sindacali operanti nei Paesi con presenza di società ENI sul territorio.

Nella giornata odierna, alla presenza delle Segreterie nazionali di Femca, Filctem e Uiltec, si è discussa anche l'esigenza di dare maggiore diffusione dei contenuti dell'accordo non solo verso i lavoratori e i sindacati dei 60 Paesi in cui Eni opera, ma anche al management locale, responsabile dell'implementazione nei diversi siti coinvolti.

Tali previsioni si estendono anche alla catena di fornitura e ai partner commerciali. La loro effettività va estesa anche in vista della recente direttiva sulla due diligence (CS3D), che imporrà obblighi sostanziali alle imprese a casa madre europea o con determinati parametri rilevanti, di integrare nella policy aziendale i processi di due diligence, per monitorare, prevenire e rimediare agli impatti negativi in termini di diritti umani e ambiente.