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Gigli (Femca Cisl): “Il settore è in forti difficoltà perchè abbiamo circa 20 milioni di tonnellate di prodotto raffinato non utilizzato, per questo abbiamo aperto due tavoli di confronto: uno con Confindustria Energia, l’altro con il ministero dello Sviluppo Economico”.
Allarme per il settore della raffinazione e per la conseguente perdita di posti di lavoro tra diretti e indotto. “In Italia – dice Sergio Gigli, segretario generale della Femca Cisl – abbiamo 20 milioni di tonnellate di prodotto raffinato che in questo momento non vengono utilizzati e c’è una discussione in corso sulla cessazione di alcune piccole attività. Per questi motivi abbiamo già aperto dei tavoli di confronto – prosegue Gigli – sia con Confindustria Energia, sia con il ministero dello Sviluppo Economico”. Per la Femca occorre fare in modo che questi siti industriali rimangano intanto strategici (perchè della benzina abbiamo bisogno) e quelli che dovranno essere riconvertiti dovranno comunque continuare a fare produzione per la salvaguardia dell’occupazione. “Nelle piccole realtà ad esempio – sottolinea Gigli – si potrebbe pensare alla conversione in centrali elettriche visto che il nucleare probabilmente in questo Paese non si farà mai, così c’è la possibilità di utilizzare già insediamenti industriali che sono dedicati alla produzione di energia”.
(21 novembre 2011)