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Erano addirittura scaduti alla fine del 2008 i due contratti nazionali di lavoro dell’artigianato relativi sia alle aziende dei settori della chimica, gomma-plastica, vetro e sia della ceramica, terracotta, gres, decorazione piastrelle. Ma alla fine i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem-Uil e le associazioni datoriali degli artigiani (Confartigianato, Cna, Casartigiani, Claai) sono riusciti a fare il miracolo: da due contratti è scaturita un’intesa unica per l’intera area chimica e ceramica, che riguarda quasi 100mila addetti, impiegati in poco più di 40mila imprese artigiane sparse in tutto il paese. Il contratto unico – fanno notare i sindacati – valorizza le specificità dei due settori, lasciando in questa fase inalterate le diversità relative ai minimi contrattuali.
Infatti, nella tarda serata di ieri è stata siglata l’ipotesi di accordo per il contratto triennale che scadrà il 31 dicembre 2012. L’intesa prevede un aumento medio mensile di 89,50 euro per il settore chimico, gomma-plastica, vetro, e di 84,50 euro per quello della ceramica, gres, terracotta, decorazione piastrelle in entrambi i casi le decorrenze partono dal 1 settembre 2011).
Prevista inoltre una “una tantum” di 150 euro per il settore chimico, gomma-plastica, vetro e di 100 euro per quello della ceramica, gres, terracotta e decorazione piastrelle.
Soddisfatti i sindacati per gli importi economici individuati e soprattutto perchè “l’intesa – commentano Delia Nardone, Angelo Colombini, Renato Spelta, rispettivamente segretari nazionali di Filctem, Femca, Uilcem – rappresenta una concreta, sia pur parziale, risposta a difesa del salario dei lavoratori del settore, messo a dura prova dalla crisi in atto”.
Quattro in particolare le novità per la parte normativa: il potenziamento dell’Osservatorio di settore che promuoverà e monitorerà, passo dopo passo, la contrattazione regionale di secondo livello e le attività delle rappresentanze territoriali per la sicurezza; la conferma, non scontata in apertura del negoziato, del tetto del 15% relativo ai contratti a tempo determinato proprio per dare un colpo alla precarietà anche in questo difficile comparto; la costituzione – è la prima volta – di un Fondo integrativo sanitario che prevede l’estensione delle sue prestazioni, oltre ai lavoratori “a termine”, anche a quelli a tempo determinato di durata pari a 12 mesi; l’ampliamento del piano formativo settoriale con particolare riferimento ai temi inerenti la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, prevedendo un monte ore retribuito di 28 ore/anno.
Sa. Ma.