11/04/2013
Stati generali sul lavoro delle donne in Italia

Le due giornate offrono, dunque, l’occasione per riflettere sull’impatto di questi recenti provvedimenti sulla vita e il lavoro delle donne nel presente e nel prossimo futuro. Ne discuteranno, insieme alle parti sociali, docenti ed esperti delle materie trattate.

“La crisi economica ha avuto un impatto negativo più sull’occupazione maschile che su quella femminile. “È un dato sorprendente: negli ultimi anni l’occupazione delle donne è cresciuta, anche se in modo contenuto, mentre quella degli uomini è diminuita. La crisi ha colpito di più i settori in cui sono impiegati maggiormente gli uomini, come le costruzioni, l’industria pesante e manifatturiera, rispetto a quelli in cui sono solitamente più impiegate le donne, come i servizi”.

Ma il lavoro delle donne rimane “comunque più volatile e part time, anche involontario, rispetto a quello degli uomini”, come ha affermato la coordinatrice della consulta per le Pari opportunità di genere del Cnel, Paola Manacorda. Dal 1993 al 2013, ha ricordato il Cnel in occasione degli Stati generali del lavoro delle donne in Italia, le donne al lavoro sono aumentate di 1,8 milioni: nel 1993 le occupate erano 7,62 milioni, oggi nvece sono 9,47 milioni e rappresentano il 47% circa delle donne in età lavorativa. Il divario tra uomini e donne al lavoro vent’anni fa era dello 0,56 oggi è dello 0,7, ma dovrebbe essere pari a 1, per ogni uomo che lavora dovrebbe esserci una donna.

“Il tasso di occupazione delle donne – ha osservato Manacorda – è ancora al terz’ultimo posto della classifica europea (siamo ancora lontani dal traguardo Ue che chiede un tasso di occupazione femminile pari al 60%)”. Le donne più penalizzate, ha ricordato, “sono le giovani, poco istruite e del Mezzogiorno. Preoccupa inoltre che dal 2004 non siamo riusciti ad aumentare il numero delle giovani madri occupate”.  Al futuro governo Manacorda chiede di “risolvere alcuni problemi legati agli esodati e ai contributi delle donne e di fare di più sul versante della conciliazione casa lavoro, garantendo servizi, coinvolgendo le aziende e lavorando sulla gestione delle città”. (estratto da Conquiste del Lavoro)

 

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