26/10/2011
Taranto. Arriva la nuova centrale Enipower

 

Sarà realizzata a Taranto la nuova centrale a turbogas di Enipower, nello stabilimento di via Appia, in sostituzione di quella esistente ma alimentata ad olio combustibile. Tutti i soggetti pubblici e privati della concertazione territoriale, insieme con i lavoratori dell’Eni, hanno convenuto di porre fine ad un dibattito sulla questione, spesso stucchevole e pretestuoso, trascinatosi per oltre due anni.

“Realizzare la nuova centrale significherà preservare di più e meglio la salute e la sicurezza dei dipendenti, salvaguardarne l’occupazione e crearne di nuova, rilanciare l’efficienza dello stabilimento ionico, consentendo un investimento significativo in questo nostro territorio in persistente emergenza sociale e dove sono già stati cancellati 13mila posti di lavoro”.

Il segretario generale della Ust, Daniela Fumarola, intervenendo ai lavori della consulta territoriale per lo sviluppo riunitasi martedì pomeriggio presso lo stabilimento, anziché nella sede naturale della Provincia, ospite di un’assemblea di 300 lavoratori, ha sintetizzato così le posizioni unitarie di Cisl, Cgil e Uil, che hanno chiesto ufficialmente di dare disco verde all’investimento.

“Noi vogliamo difendere l’investimento che insieme con altri di carattere privato già autorizzati, come la realizzazione degli impianti di stoccaggio Tempa Rossa dell’Eni, 350 milioni, e il rifacimento dello stabilimento Cementir, 150 milioni, – ha proseguito Fumarola – sono segnali concreti di controtendenza rispetto ad altre aree pugliesi e nazionali, che noi intendiamo incoraggiare, dopo avere avuto ampie rassicurazioni di carattere tecnico e scientifico che nessun altro peso ambientale graverà su questo territorio ma che, al contrario, questi pesi verranno decisamente abbattuti”.

L’assemblea ha preso atto con soddisfazione delle parole di Gianni Florido, presidente della Provincia, secondo cui “nessuno vuol lavorare in fabbriche insicure, che creano problemi di salute ai lavoratori e ai cittadini e noi, pur rispettando gli ambientalisti, non stiamo affatto difendendo un investimento che aggrava il quadro emissivo”. Ed il sindaco tarantino, Ippazio Stefàno, dichiarando di essere favorevole “ad un impianto che riduce in maniera drastica le emissioni” ha dato a nome della città capoluogo il via libera mancante alla realizzazione della nuova centrale, così ponendo fine alla serie di riserve che avevano finora caratterizzato le varie posizioni politiche, anche di maggioranza.

Riferendosi all’opportunità di “confrontarsi e dibattere sempre, anche le questioni più controverse mediante un confronto diretto con le parti in causa”, Tiziana Marini, segretario generale territoriale della Femca Cisl ha messo in guardia contro “l’assenza di contraddittorio, che sminuisce la portata delle affermazioni e le svuota di ogni significato, mentre il confronto serrato e la contrattazione portano sempre a scelte condivise per affermare il bene comune e l’interesse di coloro che rappresentiamo”.

Presso lo stabilimento Eni ed Enipower di Taranto lavorano 470 dipendenti diretti, mentre gli indiretti variano da 250 a 800, in conseguenza delle fasi di lavorazione del greggio, cui si aggiungono 350 autisti. La nuova centrale, da realizzare in due anni, costerà 250 milioni, genererà una potenza elettrica di 240 megawatt, 140 dei quali saranno immessi nel ciclo produttivo dello stesso stabilimento, abbatterà le polveri sottili, in particolare anidride solforosa e azoto.

“Noi siamo per la logica della responsabilità e per la buona politica che di quella logica si appropria ed agisce di conseguenza, decidendo anche con scelte impopolari e non rinviando in maniera pretestuosa” ha infine chiosato il segretario generale della Cisl di Taranto, Fumarola, rilanciando il tema della responsabilità sociale delle grandi imprese, rispetto ai bisogni del territorio.

“Non siamo per interventi estemporanei o una tantum per cui chiediamo all’Eni, così come alle altre grandi aziende che sono il nerbo portante del nostro sistema industriale, di concertare con il territorio interventi di compensazione sul modello di quanto già avviene per altre grandi città – ha concluso Fumarola – ed anche su questo chiediamo alla politica di fare la propria parte”. (M. C.)

(12 ottobre 2011)

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