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Il “pomo della discordia” – sottolineano in un comunicato unitario i sindacati del settore Filctem-Cgil, Femca-Cisl, Uiltec-Uil – è il mancato rinnovo del contratto nazionale di lavoro, fermo al palo da oltre un anno (circa 20.000 i lavoratori interessati, scaduto il 31 marzo 2013, n.d.r.).
L’associazione Tessili Vari, presieduta dal dott. Matteo Cavelli, non vuole sentire ragioni, nemmeno quelle di Confindustria, “proponendo – aggiungono polemici i sindacati – un modello di relazioni industriali “fai da te” nel rapporto con i lavoratori e si dichiara apertamente contro Confindustria e contro i sindacati”. In questi mesi “hanno alimentato il conflitto – accusano le tre sigle sindacali – al solo fine di accrescere la propria base associativa contrapponendosi in tal modo a tutte le organizzazioni imprenditoriali, in particolare Smi, che pure hanno rinnovato il contratto nazionale”.
Dal canto loro, i sindacati fanno sapere che il solo obiettivo che li anima è quello di rinnovare il contratto per le migliaia di lavoratrici e lavoratori, anche loro così duramente colpiti dalla crisi in atto, così come hanno fatto per tutti gli altri settori tessili, né più né meno.
Da qui l’inasprimento delle azioni di lotta e il nuovo sciopero del 30 giugno.
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