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A dirlo è il segretario della Femca-Cisl di Livorno, Gabriele Burgalassi, che nella raffineria Eni lavora e che si dice “soddisfatto per la convocazione, arrivata oggi, dal Ministero dello sviluppo economico”, che ha accolto la richiesta della Regione avanzata dopo l’incontro d ieri con i rappresentanti sindacali.
> “Lo stabilimento di Stagno –dice il segretario Femca- è ancora strategico per il tipo di produzioni che si realizzano. Non solo i carburanti, che alimentano tutto il centro Italia, ma anche tutti gli oli lubrificanti a marchio Eni, che vengono fatti tutti qui. E non è un’azienda decotta, da chiudere. E’ vero, negli ultimi anni abbiamo avuto passivi pesanti. Ma negli ultimi due mesi siamo tornati in attivo e registriamo una pur leggera inversione di tendenza.” Insomma, riorganizzazione per ridurre le passività si, dismissione no. Anche perché alla raffineria ci sono 450 dipendenti diretti e circa 600 nelle ditte esterne e nell’indotto.
> “Quella di ieri è stata una giornata dura –dice Burgalassi- ma sentiamo di avere con noi tutta la città. Qui non ci sono contrasti tra azienda e popolazione, non ci sono problemi sanitari o ambientali. Ma per mantenere questo livello di sicurezza bisogna che la raffineria resti in mano all’Eni. Solo il pubblico può gestire adeguatamente un asset di questo tipo. Attenzione agli appetiti di certi speculatori. A Livorno ne abbiamo purtroppo già conosciuti”, dice Burgalassi. E hanno lasciato solo macerie.
Firenze, 10 Ottobre 2014