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Sabato 9 febbraio la Femca ha partecipato alla manifestazione di Cgil, Cisl e Uil a Roma, per sostenere le proposte unitarie contenute nella piattaforma sottoposta ai lavoratori, per cambiare le scelte del governo e per aprire un confronto serio e di merito.
Centinaia di migliaia di lavoratrici, lavoratori e pensionati sono arrivati a Roma con 1300 pullman, 12 treni straordinari e 2 navi, per prendere parte all’iniziativa. La Femca da tutte le strutture regionali e territoriali ha manifestato nel corteo organizzato da piazza della Repubblica a piazza San Giovanni in Laterano, dove si è svolto il comizio conclusivo di Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo.
“Oggi il governo ha una chance bellissima – ha detto la leader Cisl – Uscire dalla retorica della crescita che non c’è ed entrare nel confronto per la crescita. Come si fa a dire che il 2019 sarà un anno bellissimo? Se le cose vanno avanti così, non ci crede più nessuno. Apriamo un confronto vero per rilanciare la crescita. Caro governo, caro presidente – esorta Furlan – tante persone, centinaia di migliaia sono qui oggi a chiederlo, anche le imprese, e lo facciamo insieme. Le nostre bandiere di colore diverso – ha aggiunto – sono una accanto all’altra, unite a raccontare una vicenda lunga, comune, a ricordare che i sindacati confederali hanno saputo rappresentare una bella storia nel nostro Paese, soprattutto nei momenti piu’ difficili. Abbiamo motivi per stringerci assieme ed essere orgogliosi. Orgogliosi di 12 milioni di lavoratori e lavoratrici e pensionati e pensionate che rappresentiamo. Insieme facciamo ripartire l’Italia” – rivendica Furlan. “Perché si sblocchino le infrastrutture, si investa su crescita formazione e Pa, perché si dia dignità al lavoro e al suo popolo, noi oggi siamo qui. Abbiamo già detto queste cose al governo, ahinoi inascoltati. 80 miliardi di investimenti bloccati, 40 mila posti di lavoro bloccati. Si sblocchino questi investimenti, si dia un futuro al nostro paese – ribadisce – , senza crescita e lavoro non c’e’ dignità. Si sta mettendo in ginocchio l’Italia, dalla Tav alle tante opere bloccate nel nord e sud. L’Italia ha bisogno di infrastrutture”.
La Femca Cisl è scesa in piazza anche perché vi sia un ripensamento sul provvedimento “Blocca Trivelle” messo in campo dal governo, che non avrà altro effetto se non quello di penalizzare l’Italia, rendendola dipendente da altri Paesi, a livello energetico e politico, mettendo a rischio l’occupazione di 15mila addetti, tra diretti e dell’indotto.
Allo stesso modo, quanto previsto dal “Documento in materia di Governance farmaceutica”, annunciato dal ministro della Salute, Giulia Grillo, avrebbe ripercussioni e implicazioni pesantissime sull’industria farmaceutica, sulla ricerca e sull’innovazione, mettendo letteralmente a rischio l’intero settore. E investirebbero anche la comunità, con rischi per la salute dei pazienti. Tra queste, ad esempio, l’applicazione forzata del criterio dell’equivalenza terapeutica finalizzata alla revisione del prontuario farmaceutico o all’implementazione di gare regionali secondo criteri di categorie omogenee, o il pesante indebolimento dei diritti di proprietà intellettuale.
Il Paese può ripartire invece puntando sulle aree industriali complesse, soprattutto nel Mezzogiorno, dove un piano di investimenti pubblici e privati potrebbe finalmente risollevare un territorio ricco di potenzialità ed eccellenza e incrementare l’occupazione nel settore della manifattura, che più di altri ha subito i colpi della crisi.
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