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“Il Governo parla di sviluppo e di crescita ma poi aumenta le accise sulla benzina di ulteriori 5 centesimi, sui quali tra l’altro si aggiunge l’aumento dell’IVA, deprimendo l’economia italiana già messa alle corde da precedenti provvedimenti. E’ davvero miope assumere decisioni senza tener conto delle conseguenze che comportano”.
Questo il duro commento di Sergio Gigli, segretario generale della Femca Cisl alla notizia di un ulteriore aumento del peso fiscale sulla benzina.
“L’aumento della benzina e del gasolio avrà pesanti ripercussioni sull’incremento del tasso di inflazione che è già alto, che si ripercuoterà inevitabilmente su tutti i prezzi e di conseguenza si restringeranno ancora di più i consumi mettendo in difficoltà tutta la filiera del commercio e dei trasporti con un ulteriore chiusura di attività”.
Il consumo dei carburanti è calato del 9,3% nei primi 3 mesi del 2012 mettendo in difficoltà i gestori delle pompe di benzina che saranno costretti a ridurre il personale, e producendo effetti negativi sul sistema industriale della raffinazione che conta 16 siti industriali e dà lavoro a oltre 8.000 lavoratori diretti con contratti di lavoro stabili e ad alto livello scolastico e ad altri 10.000 lavoratori presenti nell’indotto.
“Se si continua con questa politica verranno messi a rischio migliaia posti di lavoro soprattutto al Sud e si distruggerà un patrimonio industriale che ha fortemente contribuito alla crescita del Paese. – spiega Gigli – Non capisco come un Governo fatto da professori non tenga conto di questa situazione, ogni giorno più drammatica e soprattutto, nella sua supponenza, non senta il bisogno di aprire un confronto su tematiche così importanti per il futuro e lo sviluppo del nostro Paese”.
(16 aprile 2012)