29/05/2012
Biella: chiude PIV, azienda storica

Nel 1916 la proprietà costruisce un villaggio operaio con case, teatro , chiesa e  convitto femminile; come accadeva in quegli anni, la fabbrica era il paese e il paese si identificava con la fabbrica,  fiore all’occhiello ed uno dei simboli dell’industria del comprensorio.
L’azienda purtroppo ha fatto storia anche per il più grave incidente sul lavoro avvenuto nel nostro territorio, che ha provocato la morte di 5 operai e numerosi feriti. Le cause non sono a tutt’oggi completamente chiarite.
La chiusura di PIV 1905 è il simbolo più evidente di una crisi che ha trasformato radicalmente il distretto della lana;  negli ultimi 10 anni si sono persi 13.000 posti di lavoro, passando da 25000 agli attuali 12000 addetti.
Uno degli aspetti più gravi del cambiamento in atto da tempo è la scomparsa della filiera, che partiva dal lavaggio e dalla pettinatura della lana greggia per poi arrivare alla trasformazione del semilavorato in filo nelle filature e per il lanificio; attraverso i processi di tessitura , tintoria e finissaggio delle pezze si giungeva ad un prodotto di alta gamma che veniva utilizzato dai più noti marchi italiani e stranieri.
Oggi i lanifici, nella loro quasi totalità, importano il filo per la produzione di tessuto.
Corriamo il  rischio che perdendo e non valorizzando la filiera, alla fine gli stessi lanifici perdono la loro capacità di produrre e vendere un prodotto di altissima qualità.
Il “made in Italy” con il relativo controllo della filiera permane il tema centrale della nostra azione se vogliamo che il settore tessile continui a  produrre nel nostro paese.

Femca Biella

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