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L’intesa sottoscritta – che sarà sottoposta alle assemblee dei lavoratori per la definitiva approvazione – prevede un aumento sui minimi di 70,00 euro (3° liv.), distribuiti in tre tranche: dal 1 gennaio 2017, 28,00 euro; dal 1 maggio 2017, 21,00 euro; dal 1 febbraio 2018, 21,00 euro, per un montante complessivo di circa 1442,00 euro.
Inoltre sono previsti ulteriori 8 euro, a carico delle imprese, per l’avvio del Fondo di assistenza sanitaria integrativa, a decorrere dal 1 luglio 2017. Per le imprese che non fanno contrattazione di 2° livello, l’intesa prevede l’aumento dell’elemento perequativo che passa dai 265 del precedente contratto agli attuali 275 euro annui.
Soddisfatti i sindacati che, sul piano delle normative, hanno anche ottenuto il miglioramento del sistema di relazioni industriali, di informazione e di partecipazione.
Sul capitolo del “welfare” contrattuale, va inoltre aggiunto lo 0,20% – totalmente a carico delle imprese – sulla previdenza complementare (“Previmoda”) in caso di premorienza ed invalidità.
Sul tema delicato dei contratti a termine e somministrazione a termine, l’ipotesi di accordo prevede un tetto massimo omnicomprensivo di utilizzo al 25%. Infine, ottenuto un’importante miglioramento sul tema dei diritti e delle tutele individuali: una giornata in più di permesso retribuito in caso di malattia figlio, fino a 8 anni. È stata inoltre introdotta – vera e propria novità – la frazionabilità del congedo di 30 giorni per adozioni internazionali.