07/05/2012
Crisi e occupazione – Gigli: il governo sblocchi la produzione nazionale di idrocarburi

“La grave crisi occupazionale ed economica deve essere affrontata anche con il rilancio della produzione nazionale degli idrocarburi. Una parte importante di queste riserve è attivabile in tempi rapidi consentendo di soddisfare circa il 20% dei consumi energetici ( dal 10% attuale)”.

E’ questo il commento di Sergio Gigli, segretario generale della Femca Cisl, intervenendo sul delicato nodo della crisi occupazionale e del rilancio della crescita economica dell’Italia, temi al centro dell’agenda europea e dell’impegno del premier Mario Monti con i partner comunitari.

“Muoversi in questa direzione permetterebbe di attivare 15 miliardi di euro di investimenti e creare 25 mila nuovi posti di lavoro e nel contempo ridurre la nostra bolletta energetica di circa 6 miliardi di euro, di aumentare  di mezzo punto il prodotto interno lordo (PIL) ricavare 2,5 miliardi di euro in entrate fiscali nazionali e locali. – aggiunge Gigli – Ci chiediamo come mai il Ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, non si attivi per rimuovere le normative nazionali che impediscono e ostacolano la realizzazione di molteplici progetti presentati nel nostro Paese”.

Il Decreto Legislativo 128/10, infatti, vieta la possibilità di espansione in aree dove è localizzato il 50% della produzione di gas in mare e il 100% della produzione di petrolio. Se i divieti totali dovessero permanere considerato l’indotto, si potrebbero perdere migliaia di posti di lavoro, vi sarebbe inoltre un impatto negativo sul gettito fiscale, del mancato sviluppo delle riserve già scoperte, di oltre 4 miliardi di euro per i prossimi 10 anni.
Dopo il disastro ambientale nel Golfo del Messico causato dalla piattaforma British Petroleum, solo il nostro Paese ha imposto il blocco totale a tempo indeterminato della attività di ricerca, esplorazione e produzione di idrocarburi, contrariamente a quanto è stato deciso da Stati Uniti; Norvegia; Gran Bretagna che hanno sospeso l’attività per brevi periodi. La stessa Commissione Europea ha proposto l’adozione degli Stati membri un regolamento comune sulla sicurezza ma non ha previsto alcuna moratoria. Il generalizzato divieto imposto dal Governo italiano preclude addirittura la possibilità di effettuare interventi atti a garantire il miglioramento della sicurezza dei giacimenti.

“Tutto ciò contribuisce a dissuadere operatori esteri nel promuovere iniziative ed investimenti nel nostro paese. – conclude Gigli – Ci auguriamo che il Ministro Passera e il Governo prendano rapidamente in esame questa situazione intervenendo con modifiche significative al citato decreto per liberare importanti investimenti che, oltre a dare risposte significative all’occupazione stabile e altamente scolarizzata, sono  utili al miglioramento dei disastrati conti pubblici”.

Roma, 7 maggio 2012

Comunicazione Femca Nazionale

Iscrizione effettuata con successo