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“Le misure restrittive del Governo sulla detassazione sul salario variabile, portandolo da 40mila euro a 30mila euro e mettendo un tetto fino ad un massimo di 2.550 euro dai precedenti 6 mila euro,rappresentano un altro duro colpo ai lavoratori. Per alcuni dei nostri settori, le misure portano a una riduzione di salario netto di alcune migliaia di euro e indeboliscono i presupposti per la contrattazione di 2° livello aziendale quale fattore essenziale per migliorare la produttività, la competitività e l’ efficienza aziendale”.
E’ questo il commento di Sergio Gigli, segretario generale della Femca Cisl, in risposta ai contenuti del decreto adottato dal Governo. “E’ evidente che, a questo Governo, la crescita dell’Italia non sta proprio a cuore. – aggiunge Gigli – Noi, come sindacato ci mettiamo sempre la faccia e abbiamo cercato di spiegare ai lavoratori le difficoltà che sta vivendo il Paese spieganodo però che sarebbe arrivato il momento dell’equità e della crescita ma non è così”.
“Infatti – conclude Gigli – per quanto riguarda l’equità, siamo ormai in attesa da 67 giorni da quando i Presidenti della camera e Senato si erano presi l’ impegno della riforma sul finanziamento ai partiti e la riduzione dei costi della politica. Per quanto riguarda la crescita, invece, il continuo rinviare il decreto sviluppo è allarmante e i nostri settori sono sottoposti a continui rallentamenti produttivi o peggio ancora chiusure e delocalizzazioni”.
(11 giugno 2012)