10/01/2016
Eni-Versalis, il punto di Angelo Colombini

“Noi siamo preoccupati per le prospettive del sistema Italia, – afferma Colombini, – “così come lo siamo per la chimica, la raffinazione italiana ma anche per il rallentamento dell’accordo di Gela e per la possibile dismissione delle attività di Gas&Power. “Tutto questo”, – prosegue Colombini – “perché come prospettato dal progetto presentato dal manager del Gruppo, l’Italia perde una importante filiera industriale e l’Eni la sua caratteristica di azienda di “sistema”, pensata per garantire l’insieme del ciclo produttivo, dall’estrazione al consumo.
L’Italia, senza Versalis sotto il controllo dell’Eni o della Cassa depositi prestiti, non sarà più in grado di adeguare il proprio processo produttivo in senso “green” e sarà inevitabilmente costretta ad importare questi prodotti sostenibili.
Inoltre, è tutta da verificare la capacità del fondo individuato da ENI, SK Capital, di sostenere gli investimenti previsti dal piano industriale, rischiando così di distruggere quel delicato lavoro di riconversione che è stato il cuore di importanti protocolli industriali, sottoscritti al ministero in questi anni, a partire da Porto Marghera e Porto Torres.
– Il segretario generale della Femca ha tenuto a precisare anche quali sono, a suo modo di vedere, i rischi dell’operazione.-
“In primo luogo la consistenza economica e dimensionale del fondo SK Capital ci obbliga a pensare che si tratti di una operazione di natura meramente finanziaria e non industriale, delineando in questo modo un oggettivo disimpegno non appena le condizioni non saranno più favorevoli
Inoltre, – prosegue Colombini, – “difficilmente il fondo potrà garantire la realizzazione del piano industriale voluto da ENI del valore di 1miliardo e 200 milioni di euro, sia sulla chimica industriale che su quella verde”.

 

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