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Comunicato stampa
“Il presidente di Confindustria farebbe meglio a guardare nella sua organizzazione e nell’azienda di famiglia prima di attaccare il sindacato come paladino di lavoratori assenteisti, ladri e fannulloni”. E’ la secca risposta di Sergio Gigli, segretario generale della Femca Cisl, alle affermazioni di Emma Marcegaglia che, nell’ambito della trattativa sulla riforma del mercato del lavoro e dell’articolo 18, ha attaccato le organizzazioni sindacali colpevoli di “coprire lavoratori furbi”.
“Per quanto ci riguarda, la Femca Cisl ha sempre tutelato i lavoratori onesti – ha detto Gigli – ma andrebbe chiesto a Marcegaglia di verificare se, in Confindustria, tutti gli associati si comportano correttamente nei confronti delle lavoratrici che, ad esempio, per essere assunte devono firmare lettere di licenziamento in bianco, oppure se esistono titolari di imprese che pagano gli straordinari in nero e non pagano le tasse. Siamo certi che questi comportamenti sono abbastanza diffusi eppure non abbiamo mai assistito a provvedimenti disciplinari o espulsioni nei confronti di questi associati da parte di Confindustria”.
Il segretario generale della Femca sottolinea l’importanza di “distinguere sempre da caso a caso” così come, ad esempio, “noi abbiamo apprezzato il comportamento del presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che ha espulso tutti quegli imprenditori che pagano il pizzo. Perché allora Marcegaglia non espelle gli associati che non rispettano le normative vigenti?”
“Auspichiamo – conclude Gigli – che il nuovo presidente di Confindustria sia più rispettoso di quei milioni di lavoratori che, ogni giorno, vanno al lavoro con senso di responsabilità consapevoli che, anche da loro, dipendono le sorti del Paese”.
(22 febbraio 2012)