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Nelle ultime settimane si è consumata l’ennesima, ulteriore, rottura delle relazioni sindacali con la società ITALGAS.
In questa circostanza, il motivo scatenante è stata la mancata realizzazione di un accordo che introducesse l’applicazione nelle buste paga dei lavoratori degli aumenti economici della reperibilità, che a partire dal 2015 ad oggi ancora non hanno trovato una corretta soluzione. Ma non è in definitiva la rigidità negoziale di questa controparte, le sue promesse mai mantenute, gli accordi faticosamente firmati e immediatamente disattesi, che ci fanno affermare che con ITALGAS non esistono relazioni sindacali accettabili; è bensì la decisione, ormai evidente, che questa azienda non vuole più riconoscere un ruolo al sindacato soffocando la voce dei lavoratori.
Questa, ormai è un’azienda che ha cambiato negli ultimi anni la sua naturale vocazione industriale che dovrebbe avere come obiettivo primario la qualità del servizio erogato, il presidio diretto nelle attività di distribuzione del gas e livelli sempre più elevati di sicurezza, in una società finanziaria che ha come unico scopo la realizzazione dei profitti per i propri azionisti. In questo quadro, un sindacato attento ai valori del lavoro, all’impegno costante alla qualità del servizio erogato e alla sicurezza, rappresenta, per loro, un ostacolo, peggio un avversario da sconfiggere e da isolare. Lo stato delle relazioni sindacali che si è determinato in questi ultimi anni testimonia il cambiamento di questa società.
La ricerca esasperata degli utili, il ricorso sempre più massivo all’appalto, la riduzione dell’occupazione, l’allontanamento dal territorio, la sempre più marcata riduzione nel presidio diretto dei processi produttivi e l’abbassamento del costo del lavoro hanno modificato negativamente il modo di operare in questo settore peggiorandone la qualità e i livelli di sicurezza.
Come sindacato, non condividiamo questo stato di cose, non riteniamo più accettabile lo svilimento delle professionalità interne, la perdita costante di conoscenze, l’allontanamento e la marginalizzazione dai lavoratori dei presidi produttivi. Non siamo d’accordo con un ricorso sempre più esteso all’appalto per le attività che abbisognano di una presenza continua e costante dei lavoratori gasisti, non siamo d’accordo che le attività preposte alla tutela e alla garanzia della sicurezza siano sempre più affidate all’esterno, noi siamo in definitiva contrari a questo modello organizzativo che sta cancellando rapidamente conoscenza, capacità e professionalità, elementi questi che hanno per oltre 150 anni reso questa azienda fra le più importanti nel nostro Paese.
Per questi motivi, con le RSU e tutte le strutture sindacali territoriali e regionali abbiamo condiviso la necessità di aprire una fase vertenziale che ci vedrà organizzare le necessarie mobilitazioni dei lavoratori oltre che una campagna informativa verso l’opinione pubblica e gli enti concedenti per sensibilizzarli su queste problematiche. In attesa di esperire le dovute procedure nel rispetto delle normative vigenti in materia di sciopero, sono immediatamente convocate in tutte le sedi di lavoro le assemblee dei lavoratori che dovranno concludersi entro il mese di settembre.
Roma, 14 settembre 2018