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Napoli è la prima città italiana nella quale l’amministrazione comunale, a seguito dei referendum dello scorso giugno, ha provveduto a “ripubblicizzare” l’azienda che gestisce il servizio idrico, prevedendo in capo alla nuova società la gestione dell’intero ciclo del servizio idrico integrato. Tutto ciò attraverso l’adozione di una serie di delibere comunali che hanno portato, infine, ad approvare la trasformazione dell’Acquedotto di Napoli da Arin SpA (comunque controllata al 100% dal Comune) in Acqua Bene Comune Napoli-Azienda Speciale. La RSU Arin, dal giorno successivo al referendum è stata impegnata in continui colloqui con i vertici aziendali e della giunta de Magistris, anche al fine di tutelare i livelli occupazionali di tutto il Gruppo Arin, che ad oggi conta oltre 400 dipendenti.
A valle dell’ultimo incontro tra RSU e Consiglio di amministrazione dell’Arin, ed in vista delle prossime scadenze che daranno formalmente vita ad ABC Napoli, si è riunita l’assemblea dei lavoratori che ha approvato all’unanimità un verbale con cui si chiede che l’atto costitutivo della nuova Società preveda esplicitamente la cd. clausola di salvaguardia in favore dei lavoratori, così proposta: “Sono fatti salvi i livelli occupazionali alla data del presente atto. I singoli rapporti di lavoro proseguiranno, senza soluzione di continuità, con ABC Napoli – Azienda Speciale, permanendo le normative contrattuali ed i trattamenti economici fin qui applicati. Allo stesso modo, per garantire la tutela previdenziale di ogni lavoratore, gli eventuali costi di ricongiunzione delle posizioni previdenziali cadono a carico di ABC Napoli.”
I delegati RSU della Femca Cisl, Venanzio Carpentieri, Antonio Mancinelli e Pasquale Palmentieri hanno espresso all’unisono la propria soddisfazione: “Da tempo non si assisteva ad un’assemblea così partecipata, e l’unanimità nell’approvazione del verbale proposto dalla RSU all’assemblea, è un chiaro segnale di come ci sia unità di intenti tra i lavoratori”.