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Articolo di Nora Garofalo pubblicato in data 16 febbraio 2019 su Formiche.
Davanti ai cambiamenti epocali abbiamo due possibilità: lasciarci travolgere o cavalcarli, utilizzandone le potenzialità. Le norme varate dall’Unione europea sulla plastica monouso non sfuggono a questa regola, perché rappresentano un’occasione che il mondo del lavoro non può lasciarsi sfuggire. Una premessa è doverosa: ogni anno negli oceani finiscono 13 milioni di tonnellate di plastica. Nella sola Europa il danno economico, soprattutto per turismo e pesca, supera i 13 miliardi di dollari.
Oggi questo materiale sembra essere diventato un nemico per l’ambiente, eppure la plastica era un orgoglio italiano: nel 1963 un nostro connazionale, Giulio Natta, fu premiato con il Nobel per la scoperta del polipropilene, la più versatile materia plastica. Ma i tempi cambiano, e l’Ue, con un accordo che dovrà ora essere ratificato dal Parlamento europeo e dal Consiglio, ha stabilito che dal 2023 gli Stati membri mettano al bando i prodotti di plastica monouso che più inquinano, come bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, mescolatori per bevande, aste per palloncini, prodotti in plastica oxo-degradabile e contenitori per alimenti e bevande di polistirene espanso. Mentre per altri prodotti ne limiterà l’uso.
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