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“Affrontiamo la transizione e apriamoci ai cambiamenti tecnologici, ma vogliamo garanzie sul futuro. Dobbiamo avere certezze sugli investimenti di Eni e sulla loro tempistica, compresi gli switch tra ciò che è e ciò che sarà e sui livelli occupazionali, sia per il diretto che per l’indotto. Abbiamo bisogno di capire le sorti di Ragusa, che non può perdere la sua vocazione industriale. Sull’intera riconversione Versalis chiediamo garanzie istituzionali da parte del Governo”. Così la Segretaria Generale Femca Cisl Nora Garofalo, intervenuta nel corso della presentazione al Ministero Imprese e Made in Italy, del piano di trasformazione di Versalis, annunciato per i suoi siti produttivi nel Paese.
Nel corso della riunione è stato deciso di aprire un Tavolo tecnico per la Puglia (Brindisi) e un altro per la Sicilia (Priolo e Ragusa), le Regioni maggiormente coinvolte nell’operazione. I due momenti di confronto, che si svolgeranno comunque al Mimit, troveranno una sintesi finale con un protocollo che preveda la bollinatura istituzionale del Governo e delle Regioni coinvolte.
Giuseppe Ricci, Chief Operating Officer Industrial Transformation di Eni, ha illustrato il piano e parlato di una crisi della Chimica di base strutturale e irreversibile, principalmente legata ai costi della materia prima e dell’energia. La decisione di Eni è di andare verso mercati più profittevoli dell’etilene e il polietilene, produzioni in perdita costante che rischiano di infettare la filiera a valle. I punti chiave della proposta riguardano: la Sostenibilità ambientale, con un risparmio di CO2 superiore a 1 Mton sul perimetro Italia; nuovi investimenti per 2 miliardi di euro; il mantenimento degli attuali livelli occupazionali senza ricorso ad alcun ammortizzatore sociale; l’impegno di completare tutti i progetti entro il 2029.
“Versalis ha perso 7 miliardi in 15 anni, 3 negli ultimi 5 – ricorda Nora Garofalo - oggi ne mette 2 su questa riconversione. Entriamo nel dettaglio di ogni singolo sito, ma non possiamo rischiare che Eni ritiri l’investimento per scelte che hanno logiche passate e poco lungimiranti. Guardiamo con interesse alla trasformazione di Priolo, con la costruzione di una bioraffineria e di un impianto di riciclo chimico. A Brindisi invece la prospettiva è di una filiera di batterie non destinate alle auto, ma accumuli stazionari a supporto delle energie rinnovabili, una produzione che incontrerebbe una prospettiva di mercato ampio e duraturo. È chiaro che ogni trasformazione andrà calata in ciascun sito produttivo, per non lasciare a terra nessuno, neppure nella filiera collegata o nell’indotto. Ci confronteremo con Eni e con il Governo, sito per sito, tavolo per tavolo, perché il protocollo condiviso incida sulla certezza degli investimenti, sugli iter organizzativi, sulla trasformazione degli impianti e sulla loro gestione, ma soprattutto sul tessuto produttivo di territori che non possono permettersi di perdere la loro radice industriale. Chiediamo inoltre a Eni di completare questo protocollo con gli interventi di efficientamento e miglioramento annunciati per tutti gli altri siti di Versalis in Italia”.