18/12/2011
Richard Ginori. Difficoltà per l’accesso al credito

Un’azienda che ha vissuto anni sull’orlo del baratro e che, proprio ora che le cose vanno bene e le commesse fioccano, tanto da chiedere ai sindacati di lavorare anche nel periodo natalizio, rischia di venir strangolata dalla difficoltà di accesso al credito. È il paradosso della Richard Ginori, storica (fondata nel 1735) manifattura di porcellana di Sesto Fiorentino (Firenze). Un caso da manuale di cosa significhi e che danni possa causare la stretta creditizia, conseguenza della crisi e di un’economia impazzita. Nei giorni scorsi Filctem, Femca ed Uilcem, hanno lanciato l’allarme e proclamato lo stato d’agitazione dopo un incontro in cui l’azienda ha lamentato “un forte problema di natura finanziaria” e annunciato, riferiscono i sindacati, che “le difficoltà di accesso al credito e la conseguente crisi di liquidità potrebbe anche mettere a repentaglio i prossimi pagamenti anche nei confronti dei lavoratori”. “E ciò mentre l’azienda chiede di lavorare a pieno regime anche durante le feste natalizie per far fronte alle importanti commesse”, dice Gianni Rizzuto, segretario della Femca fiorentina. Commesse che sono in particolare quelle dei piatti della raccolta punti della Coop Firenze, a cui si è aggiunta anche un’ulteriore commessa della Coop Adriatica. Un picco di lavoro che è arrivato dopo anni vissuti con bilanci in rosso vermiglio, passaggi di mano delle quote di controllo, incertezze sulle intenzioni della proprietà.

Ora la Ginori, presieduta da Roberto Villa, sembra aver imboccato la strada giusta per uscire dal tunnel. Conta circa 400 addetti – 300 diretti, un centinaio tra indiretti ed esterni – a Sesto Fiorentino e altri 80 sparsi nel mondo.
Al mondo sembra sempre più puntare l’azienda che, come ha annunciato pochi giorni fa l’amministratore delegato Mario Lorenzoni, sta per chiudere un accordo commerciale milionario con il re della farmaceutica indiana Krishna Prasad, uno degli uomini più ricchi d’Asia. “Con lui – ha spiegato Lorenzoni – sigleremo un contratto per la distribuzione dei nostri pezzi forti in India, e non è escluso un coinvolgimento ancor più importante.” L’operazione prevederebbe la creazione di 28 punti vendita nelle principali città indiane entro la prima metà del 2012. Ma “il nostro obiettivo – dice ancora Lorenzoni – è arrivare a 400 negozi monomarca nei successivi tre anni”.
Un progetto che, se realizzato, porterebbe con ogni probabilità all’esternalizzazione della produzione destinata al mercato indiano. Ma già oggi Ginori ha registrato un sensibile aumento di fatturato – dai 29 milioni del 2009 ai 41,5 del 2011, mentre per il 2012 se ne prevedono 47 ed il ritorno all’attivo di bilancio – un aumento di domanda dai mercati esteri ed un sostanzioso miglioramento della produttività interna: dai 18 mila pezzi al giorno del 2008 ai 30 mila di oggi. “Sono frutto – dice Rizzuto della Femca provinciale – anche di un accordo sul modello organizzativo che ha riorganizzato il lavoro per far fronte alla crescente domanda, innalzando sensibilmente la produttività, con risultati tangibili in busta paga”. “Insomma l’azienda si è rialzata, dopo tanto tempo in perdita, e oggi che torna a carburare si trova nella stretta del credito – dice il segretario Femca -. Per questo abbiamo chiesto l’incontro con l’azienda. Vogliamo vederci chiaro, capire cosa c’è dietro l’angolo, quali sono le prospettive, se i blocchi legati alla scarsa liquidità che sta penalizzando l’azienda possono essere rimossi, se hanno motivazioni economiche o solo di burocrazia bancaria, se la situazione si può sbloccare”, magari con il coinvolgimento delle istituzioni e di Fidi Toscana, la finanziaria della Regione”.

Da Conquiste del Lavoro web (Al. Ca. – 15 dicembre 2011)

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