Cliccando sul pulsante "Accetta tutti i cookie": l’utente accetta di memorizzare tutti i cookie sul suo dispositivo.
Cliccando su "Impostazioni cookie": l’utente sceglie le tipologie di cookie che saranno memorizzate nel suo dispositivo.
“Sono 150.000 le lavoratrici e i lavoratori del settore artigiano che rimangono in attesa di un rinnovo che aumenti adeguatamente i loro salari a quasi un anno e mezzo dalla avvenuta scadenza del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro” affermano le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil all’indomani della trattativa interrotta per il rinnovo del contratto dei lavoratori artigiani dell’area Tessile -Abbigliamento - Moda - Calzature - Occhiali - Giocattoli - Penne - Pulitintolavanderie e dell'area Chimica, Gomma, Plastica, Abrasivi, Ceramica, Vetro.
“Mentre il vecchio ministero dello Sviluppo Economico è stato ribattezzato ministero del Made in Italy – proseguono - proprio le maestranze che quel Made in Italy lo realizzano con le loro competenze e la loro maestria sembra non meritino un aumento dei salari coerente con il prezzo pagato all’inflazione straordinaria di questi anni. Tra la presentazione della piattaforma di rinnovo da parte dei sindacati e la prima convocazione da parte di CNA, Confartigianato Casa Artigiani e CLAAI sono passati 9 mesi. Da allora a oggi altri 7 mesi di trattative per arrivare, incredibilmente, a un nulla di fatto. 16 mesi dopo l’ultimo aumento salariale ci scontriamo con la posizione delle rappresentanze datoriali, che continuano a pensare al salario come ad una misura congiunturale e non come una giusta restituzione di potere di acquisto a chi continua a rendere grande la filiera manifatturiera italiana. Posizione chiaramente inaccettabile”.
“È del tutto evidente che manca la volontà dei datori di lavoro di riconoscere il valore delle competenze e della dignità di chi opera in questi settori. Auspichiamo che, proprio mentre sono in corso tavoli di confronto al MIMIT su alcuni dei settori manifatturieri regolamentati da questo CCNL, gli imprenditori e le imprenditrici si persuadano del fatto che restituire potere d’acquisto a lavoratrici e lavoratori è non solo necessario, ma doveroso e ormai improcrastinabile. Decideremo nei prossimi giorni le azioni da mettere in campo per la miglior tutela di lavoratrici e lavoratori” concludono Filctem, Femca, Uiltec.