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Si è tenuta ieri, 31 gennaio, una riunione congiunta dei Comitati Esecutivi delle Federazioni sindacali europee EMCEF (chimici e affini), ETUF-TCL (tessili) e EMF (meccanici) per definire e assumere decisioni formali riguardanti lo scioglimento delle tre Federazioni e la costituzione di una nuova Federazione Europea dei lavoratori dell’industria (EIWF), il cui Congresso fondativo si terrà nel maggio prossimo.
Il dibattito non ha tralasciato di affrontare la situazione di crisi economica e sociale che grava oggi sui lavoratori europei, e sui provvedimenti adottati o in via di adozione da parte dell’Unione Europea.
Su questo tema i tre Comitati Esecutivi congiunti hanno approvato all’unanimità il seguente ordine del giorno:
Il diritto di sciopero non è negoziabile!
Per anni i leaders europei si sono incontrati regolarmente con l’intenzione di salvare l’industria della finanza e il sistema bancario da un collasso totale. Essi hanno fornito miliardi dei contribuenti in un infaticabile sforzo per ottenere la benevolenza di agenzie di rating non democratiche. Il successo di questi giganteschi pacchetti di salvataggio è scarso ma ciononostante sembra che non sia in vista la fine di questi discutibili sforzi.
Di conseguenza, i debiti pubblici sono cresciuti ad un livello senza precedenti, mentre milioni di cittadini stanno soffrendo gli effetti di politiche di austerità di corto respiro e tagli di bilancio anche sui servizi sociali più fondamentali. Il nuovo Patto Fiscale UE, concordato nel vertice di ieri da 25 dei 27 Stati membri, consolida solo ulteriormente questa tendenza introducendo un sistema di sanzioni invece di incentivi per investimenti sostenibili.
Ogni giorno veniamo a conoscenza di nuovi esuberi e tassi di disoccupazione, specie tra i lavoratori giovani, sempre più alti. Non siamo mai stati così lontani dal “sogno europeo” di prosperità e sicurezza sociale per tutti i cittadini. Non solo i servizi sociali, ma anche i diritti sociali fondamentali sono severamente minacciati. La concorrenza, il progresso economico misurato con il PIL e il profitto per le imprese sembrano essere le forze prevalenti che guidano le posizioni dei politici.
Recenti documenti della Commissione Europea rivelano che il diritto dei lavoratori di intraprendere agitazioni sindacali, l’ultima arma per proteggere l’interesse dei lavoratori, potrà in alcuni casi essere limitata dalla legge europea. Invece di creare un quadro economico dinamico e provvedere al lavoro di elevata qualità, le regole del mercato comune vengono alterate per tenere in soggezione i normali cittadini che lavorano duramente e pagano le tasse, mentre altri raccolgono i benefici degli sforzi di questi cittadini.
In riunione congiunta i Comitati Esecutivi di EMF, ETUF-TCL e EMCEF dichiarano che:
Il mercato unico non è di per sé un fine, ma è stato creato per raggiungere il progresso sociale dei popoli dell’Unione Europea
Le libertà economiche e le regole di concorrenza non possono avere la priorità sui diritti sociali fondamentali e sul progresso sociale. In caso di inconciliabilità, i diritti sociali devono avere la precedenza.
La libertà economica non può essere interpretata come concessione alle imprese del diritto di praticare l’evasione o l’aggiramento delle leggi e pratiche nazionali in materia sociale e di lavoro, o allo scopo di concorrenza sleale sui salari e condizioni di lavoro
Il diritto alla contrattazione collettiva e all’azione sindacale sono fondamentali e non negoziabili.
Su queste basi EMF, ETUF-TCL e EMCEF chiedono alle Federazioni sindacali affiliate pieno appoggio alla giornata di azione sindacale, proclamata dalla Confederazione Europea dei Sindacati per il prossimo 29 febbraio, e l’adesione alla manifestazione che si terrà a Bruxelles nel medesimo giorno.