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Alla base della richiesta una situazione debitoria pesante causata – a detta dell’azienda – dalla diminuzione dei prezzi dei farmaci, dall’ingresso nel mercato dei generici, dalle manovre del Governo e delle Regioni e aggravata dagli effetti negativi di una congiuntura economica e finanziaria mondiale che ha investito anche l’industria farmaceutica. E ancora – si legge in una nota dell’azienda – “l’operazione di risanamento si è resa necessaria per poter attuare un piano si sviluppo e salvaguardare il futuro dell’attività produttiva recuperando efficienza”.
Ma come si fa a recuperare efficienza e a decidere senza un confronto con i sindacati di mettere i lavoratori in cassa integrazione? Ad avvalorare le preoccupazioni dei lavoratori anche la scelta dell’azienda di licenziare una settimana fa, senza preavviso, 13 dirigenti dello stesso stabilimento laziale. Notizia che ha fatto molto scalpore a livello territoriale, per le modalità, ma anche perchè – come ha spiegato il sindaco di Pomezia, Enrico De Fusco – la Sigma Tau è un simbolo molto importante per la città, soprattutto dal punto di vista lavorativo. “La crisi – spiega De Fusco – interessa non solo centinaia di famiglie del territorio, ma tutta la città che per anni ha visto questa industria farmaceutica uno dei punti di riferimento per la crescita e lo sviluppo locale”.
“Abbiamo chiesto un incontro a livello nazionale per affrontare ed esaminare attentamente la situazione in cui si trova l’azienda – ha detto Ulderico Marzioni, segretario generale della Femca del Lazio – ma non è stato ancora fissato. L’azienda ha fretta di contrastare questa crisi e venirne fuori in più presto possibile perchè ogni giorno che passa perde sempre più soldi, ma le decisioni unilaterali non sono mai accettabili, occorre mettere in atto un percorso condiviso in modo tale da salvaguardare sia la produzione sia l’occupazione”.
La Sigma Tau, fondata nel 1957 dall’imprenditore Claudio Cavazza, rappresenta una delle più importanti realtà farmaceutiche internazionali a capitale interamente italiano con quasi 1.500 dipendenti in Italia. Da settembre, dopo la scomparsa (avvenuta a giugno) del fondatore, Enrico, Silvia e Francesca Cavazza sono stati nominati nel consiglio di amministrazione proprio per rappresentare la continuità della famiglia nel controllo dell’azienda. Ora, però, per far fronte alle difficoltà, c’è bisogno di un confronto. “Senza questo confronto con l’azienda – conclude Marzioni – sarà impossibile trovare soluzioni accettabili”. Oltre al sindacato anche il primo cittadino di Pomezia si è mosso scrivendo all’assessore al Lavoro della Regione Lazio, Mariella Zezza, chiedendo la convocazione di un tavolo di concertazione che sembra sia stato convocato per il 6 dicembre.
(30 novembre 2011 – da Conquiste del Lavoro Sa. Ma)