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Roma, 12 gennaio 2021 – “È necessario che sia effettuata la vaccinazione prioritaria per tutti coloro che hanno accesso alle strutture ospedaliere per motivi professionali, come gli informatori scientifici del farmaco, il personale delle lavanderie e delle sterilizzazioni, i tecnici che si occupano della manutenzione di macchinari e apparecchiature diagnostiche. Parliamo di decine di migliaia di lavoratori che costituiscono uno dei pilastri della sanità nazionale, pubblica e privata, e che come tale vanno tutelati e protetti”. Lo scrive la Femca-Cisl nazionale in una lettera indirizzata alla Conferenza Stato Regioni e ai ministri della Salute, Roberto Speranza, e dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.
“Gli informatori scientifici del farmaco, ad esempio, devono essere inclusi da tutte le Regioni nella lista degli operatori sanitari che hanno diritto alla somministrazione del vaccino contro il Covid-19, come già avvenuto in Calabria, Friuli Venezia Giulia, Basilicata, Piemonte e Campania. L’informazione scientifica rappresenta una attività strategica e insostituibile, motore dell’economia del nostro Paese e ancora più preziosa in questo particolare momento storico, caratterizzato da una maggiore attenzione alla tutela della salute. Appare dunque indispensabile la copertura vaccinale a tutela di questi lavoratori, impegnati quotidianamente nel compito di divulgare aggiornamenti sull’innovazione del farmaco e spiegare le nuove frontiere scientifiche di ricerca e innovazione. Appare evidente l’importanza strategica, in termini non solo di salute e sicurezza ma anche in termini di produzione dei farmaci e dei principi attivi, di salvaguardare l’intera filiera di questo settore industriale.
“In totale gli ISF sono 16 mila: è bene ricordare che l’unico elenco ufficiale, completo e aggiornato degli informatori in attività in ogni singola Regione – sottolinea la Femca – è quello fornito annualmente dalle aziende farmaceutiche ad AIFA, e che ogni altro tipo di accreditamento deve essere ignorato”. Nella lettera la Federazione chiede che per “ragioni di salute e di sicurezza e per favorire il contenimento del virus, il vaccino deve essere somministrato a tutte le professionalità afferenti al contratto nazionale Chimico/Farmaceutico, che per la loro attività lavorativa hanno accesso alle strutture ospedaliere e sanitarie pubbliche e private. Si tratta di circa 15 mila operatori – conclude la Femca – che insieme agli ISF del Servizio Sanitario Nazionale vanno tutelati e protetti”.