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“La cessione del gruppo Versace merita una riflessione sullo stato di salute del made in Italy, ma è anche l’occasione per un’analisi sulla politica industriale del Paese, sul ruolo e le prospettive della filiera della moda e dei distretti industriali, sul modello di sviluppo manifatturiero della moda italiana in termini di sostenibilità sociale e ambientale, in un settore importante dell’economia nazionale”. Lo ha dichiarato Nora Garofalo, segretaria generale della Femca-Cisl.
“La vendita di Versace allunga la lista dei marchi celebri della moda ceduti a società estere, ma una cosa è certa: non deve esserci nessuna ripercussione sui livelli occupazionali.
[…] E per questo chiediamo all’azienda l’istituzione di un tavolo di confronto con i sindacati. La questione, come evidente, non è solo di finanza, ma presenta aspetti economici e anche sociali. La prima considerazione è che è davvero arrivato il momento di mettere in piedi una grande, esaustiva strategia di politica industriale, che impegni tutti i soggetti che operano nel settore a definire le linee di indirizzo sul futuro industriale del Paese, non trascurando nessun comparto e soprattutto ponendo le basi per il rilancio del Mezzogiorno, sempre più lontano dal Nord Italia e dall’Europa. Poi è opportuno tutelare, promuovere e vigilare le filiere e i distretti della moda, motore produttivo dei grandi marchi, leader del business del sistema. Un sistema economicamente virtuoso ma che nasconde criticità sulle quale continuiamo a presidiare, impegnandoci quotidianamente nella ricerca di soluzioni. Infine la responsabilità sociale d’impresa: le grandi aziende della moda hanno dimostrato una grande sensibilità verso questo tema, sul quale però occorre comprendere a pieno gli effetti e le ricadute reali su tutti lavoratori diretti, indiretti e dell’indotto”, ha concluso Garofalo.
Roma, 25 settembre 2018