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Nel pomeriggio di ieri si è tenuto l’incontro al Mimit per continuare il confronto in merito alla situazione della Fos (gruppo Prysmian) di Battipaglia.
L’incontro segue quello del 15 febbraio scorso, tenutosi alla presenza del Ministro Urso e del Governatore della Regione Campania De Luca insieme ai loro staff, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, di Agcom. Nel suddetto incontro l’azienda aveva annunciato di non voler più produrre fibra ottica in Italia a causa degli elevati costi della materia prima energetica e delle condizioni mondiali sfavorevoli del mercato delle telecomunicazioni. In quell’occasione abbiamo chiesto e ottenuto dall’azienda di mantenere gli impianti accesi per lasciare aperta la strada del subentro di un soggetto industriale terzo che voglia investire nel settore. Per queste ragioni il Ministero aveva chiesto alcune settimane per verificare la disponibilità di alcuni gruppi industriali italiani e stranieri, da qui l’incontro di ieri.
Sono mancate in questi anni, e ancora negli ultimi mesi, sia le scelte di politica industriale e investimenti di qualità nell’infrastruttura digitale da parte dei governi, sia gli investimenti dell’azienda. Infatti lo stabilimento FOS di Battipaglia (Salerno) produce fibra ottica per la rete digitale e versa già da alcuni anni in difficoltà di mercato perché la fibra ottica prodotta ha elevati contenuti di qualità tecnologica che incidono sul prezzo, finale molto superiore a quelli prodotti in Cina o India, che a minor qualità fanno corrispondere anche un minor prezzo.
Questa condizione fa sì che lo stabilimento non abbia un mercato di sbocco nazionale perché i bandi governativi sulla digitalizzazione attualmente in atto (7,7 miliardi PNRR aggiudicati da Tim e Open Fiber) non prevedono alcuna specifica tecnica sulla qualità, motivi per i quali i provider incaricati alla stesura della fibra preferiscono prodotti di bassa qualità e minor cost,o incidendo tra l’altro sulla durata e l’affidabilità futura della rete dati nazionale – a differenza degli altri Paesi europei.
Non possiamo accettare scelte che non tengano conto delle specificità e l’alta tecnologia delle nostre imprese e che le conseguenti criticità siano pagate solo dalle lavoratrici e dai lavoratori: direttamente con la riduzione di salario a causa dell’utilizzo della cassa integrazione e, soprattutto, con la perdita dell’occupazione; indirettamente, e nel lungo periodo, sulla prospettiva industriale e quindi occupazionale del nostro Paese, ma che più in generale riguarderà da vicino anche le infrastrutture che interessano anche i cittadini e le cittadine che non avranno una rete digitale moderna ed efficiente.
Per queste ragioni abbiamo bisogno di risposte concrete e abbiamo chiesto di poter discutere velocemente per arrivare ad un accordo quadro che tenga insieme la continuità produttiva e occupazionale del sito (in allegato il verbale dell’incontro al Mimit), accompagnata da un sostegno al reddito attraverso la cassa integrazione straordinaria, un piano sociale per la riqualificazione, ricollocazione di tutto il personale in forza, garantendo contestualmente ai lavoratori con i requisiti l’accompagnamento alla pensione e mantenendo gli impianti attivi affinché si possano verificare le reali intenzioni di un soggetto terzo, intenzionato a rilevare lo stabilimento e la forza lavoro.
Pertanto, il prossimo incontro al Mimit è stato fissato per il giorno 19 marzo alle ore 17.
Rimane l’amarezza per la miopia rispetto alle politiche industriali, alle transizioni digitali, alle infrastrutture del nostro Paese, temi strategici per il futuro industriale dell’Italia.
Ringraziamo i lavoratori e le lavoratrici dei diversi siti del gruppo Prysmian per aver dimostrato solidarietà ai colleghi di Battipaglia scioperando in maniera coordinata nella giornata di ieri e i lavoratori della Fos che mantengono il presidio permanente fuori dalla fabbrica e che manifesteranno, insieme a tutta la cittadinanza e le Istituzioni, lunedì 18 p.v.