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Dopo 7 mesi di trattative che non hanno consentito per responsabilità delle aziende di rinnovare il contratto di oltre 25.000 lavoratori, vanno riprese le iniziative di lotta
Il perdurare di una condizione generata per responsabilità delle parti datoriali e delle aziende aderenti a Confindustria Energia, non consente di rinnovare il contratto di lavoro del settore Energia e Petrolio, ormai scaduto da sette mesi e non lascia intravedere una possibile rapida e positiva soluzione. Abbiamo registrato in questi mesi un atteggiamento delle controparti finalizzato solo a protrarre il confronto senza mai di fatto approdare a possibili convergenze che avrebbero consentito un rinnovo contrattuale rapido e positivo com’è tradizione consolidata nel settore.
Riteniamo, come sindacato di aver lavorato in questi mesi per risolvere importanti questioni propedeutiche al rinnovo del contratto stesso, quali la semplificazione della parte normativa comprendente anche la riforma del sistema CREA. Inoltre avevamo chiarito il tema dell’inflazione programmata e poi ancora la questione sul modello contrattuale che veniva messo in discussione da Confindustria ed infine avevamo richiesto soluzioni economiche che registrassero il positivo andamento del settore, ma ad ogni incontro abbiamo registrato pretestuosi, quanto ingiustificabili, passi indietro che ritardano e pregiudicano il rinnovo del contratto stesso.
Il comportamento sia di Confindustria Energia che delle aziende ad essa associate, sta cancellando una storia consolidata di relazioni sindacali che ha consentito negli anni la gestione di profondi processi di riorganizzazione, rappresentando un riferimento innovativo nel mondo dell’industria
Nell’attuale contesto industriale, caratterizzato da profondi cambiamenti legati alla fase di transizione energetica e ai processi di innovazione tecnologica, un moderno contratto di lavoro, dovrebbe rappresentare lo strumento fondamentale di relazioni tra le parti, per affrontare le nuove sfide competitive e favorire la difesa e lo sviluppo del settore.
Confindustria Energia preferisce invece accodarsi alle posizioni più rigide e pretestuose di Confindustria, assumendosi la grave responsabilità di rottura del sistema di relazioni industriali, con conseguenze drammaticamente immaginabili.
Questo avviene quando in settori contigui a quello dell’Energia e Petrolio, si sottoscrivono rapidamente rinnovi contrattuali di piena e reciproca soddisfazione tra le parti contraenti, definendo modalità, contenuti, ruolo attivo e partecipativo con soluzioni economiche che traducono correttamente le condizioni di quei settori.
Dopo lo sciopero del 4 luglio, che ha visto un’alta partecipazione dei lavoratori ma che non ha modificato l’atteggiamento delle controparti noi continueremo con la mobilitazione dei lavoratori del settore.
E’ giunto quindi il momento di imprimere una accelerazione alle forme di lotta e di mobilitazione già determinate. Vanno quindi ancor più irrigiditi sia il blocco delle disponibilità/flessibilità che degli straordinari, anche per gli orari in deroga, e si procederà ad una nuova programmazione di uno sciopero generale del settore.
Le Segreterie nazionali Femca Cisl – Filctem Cgil – Uiltec Uil