24/02/2018
Engie, dopo la disdetta unilaterale da parte dell’azienda del Ccnl di riferimento, la lettera ai massimi rappresentanti istituzionali, aziendali e sindacali italiani e francesi

Nella serata di ieri i segretari generali della Filctem Cgil, Flaei Cisl, Femca Cisl, Uiltec Uil Rispettivamente Emilio Mceli, Carlo Meazzi, Nora Garofalo, Paolo Pirani al presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, al presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani e ai massimi esponenti aziendali, istituzionali e sindacali interessati alla vicenda per denunciare l’azienda Engie.  Infatti, il 29 dicembre u.s. Engie, per mano operativa della Direzione Human Resource, ha formalmente disdettato unilateralmente l’applicazione dei contratti nazionali di settore Gas/Acqua ed Elettrico (sottoscritti anche dalla stessa, meno di un anno fa) applicati a circa 500 lavoratori operanti e provenienti dalla filiera energetica, per i quali il Gruppo francese prevede il passaggio al contratto metalmeccanico.

“La decisione del management Italiano – scrivono i quattro sindacalisti -, risulta ancora più inspiegabile dal momento che era stato concordato l’avvio di un processo di armonizzazione dei diversi trattamenti integrativi applicati in Engie ai lavoratori regolati dai contratti nazionali dell’energia e a quelli regolati dal ccnl metalmeccanico attraverso un percorso condiviso da tutte le OO.SS. dei vari comparti presenti nella Società”.

“Le Parti Sindacali – proseguono i Segretari Generali – hanno più e più volte sollecitato un incontro ed un’apertura di un tavolo di trattativa, fin anche ad arrivare all’incontro tenutosi presso il Ministero del Lavoro al quale il Management Italiano ha continuato a ribadire con fermezza la sua posizione ostracistica a qualsiasi accordo o trattativa che non fosse quella del cambio unilaterale dei contratti nazionali dal 01.04.2018. Ciò rappresenta un precedente sul territorio Nazionale. È la prima volta che un Gruppo di tale importanza dichiara ufficialmente di voler uscire dai contratti di settore dell’Elettricità e del Gas/Acqua a più di 15 anni dalla loro nascita. Nascita avvenuta a valle dei decreti di liberalizzazione dai settori gas ed elettrico (Letta e Bersani) proprio per ridurre il rischio di dumping contrattuale fra le aziende del settore e mantenere all’interno delle stesse l’attività di commercializzazione”.

“Perché il management italiano – insistono nella lettera Emilio Miceli, Carlo Meazzi, Nora Garofalo, Paolo Pirani –  invece non si preoccupa di garantire un futuro in Italia al Gruppo Engie ed ai lavoratori occupati? Perché i dirigenti continuano a minacciare i dipendenti nei modi più disparati, comunicandogli la chiusura di questa o quell’altra sede e il contestuale trasferimento, o la chiusura di uffici/funzioni in Italia e l’accorpamento delle stesse in altre nazioni dove il costo del lavoro è più basso o dove gli stati pagano le Aziende con fondi Europei per trasferire lì le proprie attività? Pensiate sia giusto che il vostro management in Italia (fatto sia da Italiani che da Francesi) debba umiliare quotidianamente i lavoratori dietro il mero ricatto dello stipendio a fine mese? Pensate che questo rientri nei valori tanto decantati del vostro Gruppo?”

“Parigi sa – concludono i leader sindacali – che sarà presentata denuncia contro il Gruppo Engie in Italia per comportamento antisindacale (Legge 20 maggio 1970, n. 300) per aver disdettato unilateralmente dei contratti collettivi nazionali di lavoro nella completa indifferenza delle leggi e norme del paese Italia e per aver sostituito lavoratori in sciopero con altri provenienti da altri siti?” a fronte di quanto denunciato nella lettera i segretari generali chiedono con forza “Un intervento nei confronti di decisioni scellerate e assolutamente poco lungimiranti de management aziendale”.

Roma, 24 febbraio 2018

 

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